L’ernia è una patologia del disco posizionato tra le vertebre cervicali.
I dischi intervertebrali sono dei veri e propri cuscinetti e hanno la funzione di ammortizzare i carichi sulla colonna, per questo sono frequentemente sede di disfunzioni, le più frequenti sono:
Quando una piccola porzione di un disco intervertebrale si rompe, il materiale all’interno (nucleo polposo) fuoriesce e può comprimere la radice nervosa a fianco, o più raramente il midollo spinale.
Nella maggior parte dei casi, l’ernia cervicale si manifesta a livello dei segmenti vertebrali C5-C6 e C6-C7.
Si tratta di un processo molto comune, infatti, molti studi dimostrano che circa il 70% della popolazione adulta ha una piccola/media ernia anche senza sintomi correlati.
La sintomatologia dell’ernia cervicale è varia e si modifica in base al soggetto e al tratto coinvolto. Tuttavia, tre sono i sintomi più comuni:
1.Dolore:
2.Formicolio e perdita di sensibilità:
L’ernia cervicale comprime il nervo proprio alla radice, dove origina dal midollo spinale, provocando formicolio a volte associato a una riduzione della sensibilità. Questo avviene perché all’interno del nervo ci sono anche le fibre sensitive.
Quando un nervo cervicale viene compresso da un’ernia può causare debolezza in tutti i muscoli controllati da quel nervo. Per questo può manifestarsi una riduzione della forza a livello del bicipite, del tricipite o della mano.
Esistono sintomi associati a quelli appena elencati, e sono:
Qualora si sospetti la presenza di un’ernia cervicale è fondamentale fare alcuni esami.
Quali possono essere le possibili strade da percorrere per stare meglio?
Solo il 3-4% delle ernie cervicali richiede di essere rimossa tramite un intervento chirurgico.
Secondo uno studio Brinjikji et. all (2015) pubblicato sul “American Journal of Neuroradiology” la degenerazione del disco che si vede nella risonanza è presente in tante persone che non hanno sintomi.
Testo di Elisa Sordi
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