La spalla è un complesso sistema di articolazioni a cui concorrono diversi segmenti ossei:
e diversi tessuti detti “molli” quali tendini, legamenti e capsula articolare.
Gli elementi ossei vanno a costituire l’articolazione gleno-omerale tra omero e scapola e l’articolazione acromion claveare tra l’acromion della scapola e la clavicola.
Le articolazioni della spalla sono quotidianamente coinvolte in numerosi movimenti e possono andare incontro a diversi tipi di lesioni causando un sintomo molto comune: il dolore.
Il dolore alla spalla è un disturbo molto diffuso in uomini e donne in età adulta e può essere causato da diversi fattori, come traumi, patologie degenerative, patologie da sovraccarico. Tra queste:
L’artrosi è una delle cause più comuni di dolore alla spalla in uomini e donne con età superiore ai 50 anni. Tale patologia deriva da una progressiva erosione della cartilagine che può determinare uno sfregamento delle ossa che compongono l’articolazione.
Il sintomo principale è il dolore durante il movimento della spalla, a cui segue una rigidità dell’articolazione, tipica soprattutto al mattino, e una generale difficoltà a compiere i movimenti quotidiani.
La tendinopatia della cuffia dei rotatori è la tipica patologia da sovraccarico. Insorge in età giovane e/o adulta, sia nel sesso femminile che maschile, ed è caratterizzata da dolore soprattutto al mattino o all’inizio dell’attività fisica.
Quando si parla di lesioni della cuffia dei rotatori ci riferiamo a danni nel tessuto tendineo causati da una graduale degenerazione. Il sintomo più comune è il dolore durante il movimento del braccio e le azioni di vita quotidiana e, spesso, a riposo e durante il sonno notturno.
La capsulite adesiva, o spalla congelata, è una patologia a carico della capsula articolare. Questa condizione è causata dalla riduzione del volume della capsula articolare. I sintomi caratteristici sono un dolore costante alla spalla, soprattutto di notte, e rigidità che limita gravemente i movimenti quotidiani.
La tendinopatia calcifica è un disturbo causato dalla formazione di depositi di calcio all’interno dei tendini della cuffia dei rotatori. Si manifesta spesso in forma acuta e particolarmente dolorosa, con dolore notturno alla spalla e durante movimenti anche banali.
Al fine di effettuare una diagnosi completa in presenza di patologie o traumi, il medico, in seguito a test clinici e articolari, può richiedere al paziente di sottoporsi ad accertamenti strumentali per individuare eventuali alterazioni artrosiche, lesioni e/o traumi.
Il primo step nella valutazione delle problematiche della spalla è di solito la radiografia, che permette di valutare lo stato degli elementi ossei.
Può essere prevista anche un’ecografia per studiare le componenti “molli” quali tendini e legamenti, ma soltanto la Risonanza Magnetica sarà in grado di studiare il comparto muscolo-legamentoso, e per individuare le fratture che non sono visibili con la radiologia tradizionale.
La Risonanza Magnetica alla spalla è un esame di diagnostica per immagini che sfrutta un campo magnetico ad alta intensità e onde a radiofrequenza per fornire immagini tridimensionali e dettagliate di tutte le diverse componenti della spalla.
La Risonanza Magnetica è una metodica diagnostica completa nella valutazione delle varie patologie dell’articolazione della spalla, è in grado di individuare lesioni traumatiche, degenerative o oncologiche a carico dei tessuti molli come tendini e muscoli, e di approfondire le componenti ossee.
Sottoporsi a una Risonanza Magnetica alla spalla è particolarmente utile in caso di traumi, ma anche di dolore persistente.
A oggi sono disponibili due tipologie di apparecchiature.
La nuova Risonanza Magnetica aperta è in grado di effettuare tutti gli esami diagnostici muscolo-scheletrici che si eseguono oggi con le apparecchiature chiuse.
Non esistono preparazioni specifiche per eseguire la Risonanza Magnetica alla spalla.
Il paziente viene fatto distendere su un lettino e il macchinario (costituito da un magnete all’interno del quale vengono irradiati fasci di onde radio) viene posizionato sopra la spalla interessata; verrà chiesto al paziente di rimanere immobile per la riuscita ottimale delle immagini. Durante l’esame possono essere uditi diversi tipi di rumore di diversa intensità e durata.
La durata della Risonanza Magnetica varia a seconda delle parti del corpo che devono essere esaminate. La durata media di una Risonanza Magnetica è generalmente di 20-30 minuti, anche se le tecniche più moderne consentono di ridurre i tempi di rilevazione.
No, l’esame non risulta né doloroso, né pericoloso. L’unico fastidio può essere causato dal rumore del macchinario in funzione causato dall’emissione delle onde radio che non hanno nessuna controindicazione.
Ci sono alcune tipologie di pazienti che non possono sottoporsi alla Risonanza Magnetica alla spalla, come i portatori di pacemaker o di dispositivi ad attivazione magnetica (elettrodi e neurostimolatori) e i portatori di protesi di non attestabile compatibilità con i campi magnetici.
Nel caso ci fossero dubbi sull’esistenza nel corpo di parti metalliche (quali punti di sutura, clip, protesi) il soggetto dovrà avvisare immediatamente il personale medico e paramedico, che ne valuterà o meno la reale presenza.
Tra le tipologie di pazienti cui è sconsigliato questo tipo di esame bisogna annoverare anche le donne in gravidanza, specialmente nei primi 3-4 mesi: occorre, infatti, che la paziente informi il medico circa lo stato di gravidanza, anche se presunto, così da ponderare i rischi con i benefici che ci si attende dall’esame.
Se non c’è carattere di urgenza, solitamente i risultati della risonanza magnetica sono pronti in pochi giorni. Una volta ricevuti i risultati, questi dovranno essere mostrati al medico che ha prescritto la Risonanza Magnetica alla spalla.
Testo di Chiara Gallo
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