Testo di Sara Patarchi

Anatomia del ginocchio e la cisti di baker

La cisti di Baker è un rigonfiamento, verso l’esterno, pieno di liquido sieroso. Generalmente, compare nella parte posteriore del ginocchio in prossimità del cavo popliteo. Infatti, la cisti di Baker prende anche il nome di “cisti poplitea”.

Le dimensioni sono variabili, si va da pochi millimetri fino ad alcuni centimetri, può prendere le sembianze di una noce divenendo ben visibile, oltre che palpabile. Generalmente, colpisce un solo ginocchio e si forma per uno stravaso di siero dalla borsa poplitea.

Anatomia del ginocchio

Per capire meglio cosa sia la cisti di Baker bisogna soffermarsi sull’anatomia del ginocchio.

Il ginocchio è formato principalmente dall’articolazione di due strutture ossee: femore e tibia, ma nella parte anteriore si trova anche un osso sesamoide, la rotula. Tra femore e tibia sono interposti i menischi: il menisco interno e il menisco esterno, con funzione di stabilità e di assorbimento delle sollecitazioni provenienti dalla parte superiore del corpo. L’articolazione è protetta e avvolta da una capsula, rivestita all’interno dalla cosiddetta membrana sinoviale. Quest’ultima secerne e contiene il liquido sinoviale, che ha una funzione di lubrificante, evitando così lo sfregamento tra le strutture ossee durante i movimenti. Il ginocchio inoltre è reso stabile grazie ai legamenti, tanto interni quanto esterni all’articolazione, e i muscoli che forniscono una stabilità attiva. Anteriormente e posteriormente al ginocchio, tra le strutture muscolo-legamentose, si interpongono delle borse sierose con la funzione di ridurre gli attriti.

Nella parte posteriore del ginocchio si trova, quindi, la borsa poplitea. La fuoriuscita del liquido sieroso da questa borsa crea una sacca, più esterna, nella quale si raccoglie tale siero.

Cause e sintomi delle cisti di Baker

Sono due le cause che portano alla formazione della cisti di Baker, che possono conseguentemente essere divise in due gruppi:

  • cisti di Baker idiopatica o primaria: essa non ha una causa precisa ed è dovuta probabilmente a traumi o sollecitazioni ripetute a livello del ginocchio. Si produce, perciò, un accumulo anomalo di liquido nella parte posteriore del ginocchio. È possibile che ne soffrano bambini di 4-7 anni;
  • cisti di Baker secondaria: dovuta ad altre patologie come problematiche ai menischi, artrite e artrosi. In questo caso, vi è la produzione di liquido in eccesso, con conseguente aumento della pressione interna e formazione di cisti. A soffrirne sono persone adulte di età compresa tra i 40-70 anni.

Tale formazione è benigna e ovviamente il quadro della sintomatologia cambia da persona a persona. Sicuramente, i fastidi che ne derivano sono legati alla grandezza della cisti. Infatti, quando si presenta di piccole dimensioni può risultare anche asintomatica. Nei casi più gravi, invece, può presentarsi:

  • un dolore al ginocchio che arriva fino al polpaccio
  • una rigidità articolare con difficoltà a svolgere i normali movimenti legati alla vita di tutti i giorni
  • un gonfiore che si estende a tutta la zona articolare.

Raramente può avvenire la rottura della cisti con conseguente uscita di liquido verso la muscolatura vicina ed evidente arrossamento e rigonfiamento di tutta la zona. In altri casi, la cisti può andare incontro a calcificazione o essere fattore di disturbo per le strutture nervose che passano nella parte posteriore del ginocchio.

Diagnosi delle cisti di Baker

La cisti è visibile a occhio nudo o palpabile.  Addirittura, in alcuni casi, con una luce ivi riflessa è possibile intravedere il liquido contenuto all’interno. Nel caso si presenti una cisti di questo tipo, la cosa migliore è rivolgersi ad un medico o ad un buon centro di fisioterapia. Sarà poi lo specialista ad indirizzare il paziente verso un esame più accurato per escludere altre patologie. Due sono gli esami strumentali che è possibile effettuare:

  • l’ecografia
  • la risonanza magnetica

Trattamento e cura delle cisti di Baker

Non sempre si ha bisogno di una cura. Nei giovani, è possibile che la cisti si riassorba da sola e tali pazienti presentano un ginocchio sano.

Il problema si pone nelle persone adulte, laddove il ginocchio non è più strutturalmente integro e vi è una iperproduzione di liquido, dovuta ad infiammazione articolare cronica o per la rottura di un legamento o menisco. In questo caso, si può intervenire in diversi modi:

  • aspirare il liquido presente nella cisti;
  • iniettare sostanze a base di cortisone per cercare di ridurre l’infiammazione;
  • intervenire sui problemi cartilaginei o legamentosi, se si pensa possano essere questi alla base del problema.

In alcuni pazienti, dove è presente un dolore acuto per lunghi periodi, è possibile rimuovere la cisti chirurgicamente con metodi più o meno invasivi. Nella maggior parte dei casi, è possibile rivolgersi ad un buon centro fisioterapico e iniziare un percorso riabilitativo. Infatti, esistono dei macchinari in grado di ridurre l’infiammazione e aumentare il drenaggio dei fluidi:

  • crioultrasuono
  • laser
  • tecar

In un secondo momento, si può poi lavorare sulla mobilità dell’articolazione in modo cauto e cercare di ristabilire la normale escursione di movimento.

Esercizi per la cura delle cisti di Baker

La terza fase prevede infine un rinforzo della muscolatura del ginocchio, senza aumentarne però i carichi e le sollecitazioni. Di seguito alcuni esempi di esercizi:

  • da posizione di decubito supino (sdraiati pancia verso l’alto), mentre la gamba sana è piegata con la pianta del piede in appoggio a terra, l’altra gamba esegue degli slanci (a gamba tesa e il piede martello), portando la coscia all’altezza del ginocchio controlaterale;
  • lo stesso esercizio appena descritto può essere effettuato con la gamba distesa e bloccata all’altezza del ginocchio controlaterale. La posizione deve essere mantenuta, in contrazione isometrica, per qualche secondo;
  • dalla stessa posizione di decubito supino, questa volta con entrambe le gambe piegate, si può inserire un cuscino o un pallone di spugna tra le ginocchia ed eseguire delle contrazioni stringendo le gambe;
  • lo stesso esercizio descritto sopra può attuarsi, mantenendo una contrazione isometrica per qualche secondo;
  • in posizione di decubito laterale, sul fianco, si possono piegare entrambe le gambe (con la gamba sana che poggia a terra), inserire entrambe le gambe all’interno di un elastico ad anello ed eseguire delle aperture dell’arto verso l’alto o mantenere la posizione, in apertura, per qualche secondo.

Questi sono alcuni semplici esercizi di rinforzo eseguibili in totale sicurezza.

È importante affidarsi sempre a persone qualificate.

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