La nostra colonna è un segmento unico, con gradi di movimento specifici, e può essere divisa in tre tratti:

  • cervicale
  • dorsale
  • lombo-sacrale.

La cervicale è un tratto della colonna con caratteristiche specifiche, diverse da quelle del tratto toracico e della colonna lombare, e può essere coinvolta da una serie di sintomi e segni specifici che disturbano la normale conduzione della nostra quotidianità.

Chi soffre maggiormente di dolore al collo?

La prevalenza ha un picco di età tra i 45 e i 65 anni ed è più frequente nel sesso femminile. È spesso associato ad altre patologie quali mal di testa, dolore alla schiena, artralgia e depressione.

Quali sono i sintomi?

Tra i sintomi più comuni abbiamo:

  • Mal di testa
  • Sbandamenti
  • Vertigini
  • Mobilità limitata
  • Irradiazione alla colonna toracica e alla spalla.

Chi di noi non ha mai fatto esperienza di uno di questi sintomi almeno una volta nella vita?

Difatti questi disturbi neuromuscolari sono molto frequenti, disabilitanti e con grande impatto economico.

Quali sono i fattori di rischio associati al dolore al collo?

Tra i fattori di rischio più comuni abbiamo stress, depressione e ansia, problemi del sonno, posture alterate e prolungate nel tempo. Diversi sono i fattori comportamentali che svolgono un ruolo chiave nello sviluppo del dolore al collo, quali:

  • Postura al computer
  • Durata del lavoro al computer
  • Stress psicologico
  • Movimenti ripetitivi
  • Carichi prolungati
  • Effetti psicosociali dell’ambiente di lavoro.

Esiste inoltre un’associazione tra dolore al collo e affaticamento oculare, indipendentemente da altre condizioni

Identificare fattori di protezione o di rischio, aiuta a guidare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la gestione del dolore al collo. Ecco perché una prima valutazione è fondamentale per valutare la patologia, riconoscere i sintomi e inquadrare l’approccio più adeguato.

Quanto possono durare i sintomi?

Il dolore si definisce acuto se dura meno di 30 giorni, subacuto tra i 30 e i 90 giorni o cronico quando la durata è maggiore ai 90 giorni.  Tra i vari sistemi che abbiamo per classificare il dolore, la durata infatti rappresenta il migliore.  Una durata breve sembra essere associata ad una migliore prognosi rispetto al dolore prolungato.

La maggior parte dei casi acuti, di durata inferiore alle 6 settimane, si risolvono entro i 2 mesi.

Il dolore può essere persistente se associato ai fattori di rischio sopra descritti. In aggiunta, una vita sedentaria, fumo e precedenti traumi al collo possono influenzare la durata dei sintomi e ritardare la remise en forme generale.

Esistono disturbi associati al dolore al collo?

Ci sono una serie di malattie e di disturbi che possono contribuire al dolore al collo. Infatti, i disturbi che colpiscono le ossa, i muscoli e i nervi e possono manifestarsi in diversi modi.

Il dolore al collo è uno dei disturbi più comuni ed evidenti nei pazienti con patologie quali:

  • La spondilosi cervicale
  • La fibromialgia
  • La radicolopatia cervicale
  • I disturbi associati al colpo di frusta.

La Spondilosi cervicale

La Spondilosi cervicale è un termine generico per indicare un cluster di anomalie, un gruppo di patologie che coinvolgono i cambiamenti degenerativi progressivi che interessano tutti i componenti della colonna vertebrale La Spondilosi cervicale, che è la più frequente causa neuro-muscolo-scheletrica di dolore al collo.

La Fibromialgia

La Fibromialgia è caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico cronico diffuso e sintomi come stanchezza estrema, disturbi del sonno, disfunzione cognitiva e problemi di umore.

La Radicolopatia

La Radicolopatia cervicale è un tipo di disturbo del collo che deriva dalla compressione o irritazione delle radici nervose nella colonna cervicale. La compressione della radice nervosa può verificarsi a causa di

  • Spondilosi
  • Instabilità
  • Trauma
  • Raramente tumori.

Le manifestazioni cliniche della radicolopatia sono ampie, ma il dolore al collo e alla spalla sono le complicazioni primarie nei pazienti con radicolopatia cervicale.

Disturbi associati al colpo di frusta

Sono caratterizzati da una serie di sintomi che colpiscono il collo e sono innescati da movimenti improvvisi di accelerazione e decelerazione. Sono caratterizzati da diverse complicazioni cliniche, tra cui dolore al collo, mal di testa non specifico, vertigini, e dolore temporo-mandibolare. La prevalenza dei colpi di frusta varia in tutto il mondo, ma fino al 50% dei pazienti sviluppa dolore cronico. Pertanto, la prevalenza di dolore cervicale è alta nei pazienti che hanno avuto colpi di frusta nella loro vita.

Quali sono i falsi miti da sfatare sul dolore al collo?

I reperti diagnostici indicano sempre il vero problema

Discopatie, ernie, protrusioni e artrosi sono presenti nel 97% delle immagini di diagnostica; eppure, non rappresentano causa di dolore al collo. Piuttosto posture mantenute per troppo tempo e stile di vita scorretto, possono incidere sulla sintomatologia e peggiorare le condizioni.

Se abbiamo dolore al collo la cosa migliore che possiamo fare è non fare

In realtà NON dobbiamo sospendere tutte le nostre attività, piuttosto continuare a muovere quanto e come possiamo, ridurre l’intensità delle attività e praticare esercizio.

Esiste un cuscino perfetto per la cervicale

Mito tanto frequente quanto scorretto. Ognuno è diverso, basta trovare quello che risulta più comodo da utilizzare.

I colpi d’aria infiammano la cervicale

Cambi improvvisi di temperatura provocano un peggioramento dei sintomi quali tensione e rigidità che sono già presenti nei pazienti che soffrono di dolore al collo.

La vertigine è SEMPRE di origine cervicale

Le vertigini sono sensazioni di movimento rotatorio, oscillatorio o di sbandamento quando in realtà si è fermi. A volte la sensazione può riguardare l’ambiente circostante, che sembra muoversi. Questa sensazione può andare e venire e nel giro di qualche secondo oppure di ore o addirittura di giorni, a volte peggiorando quando si muove la testa, si cambia posizione mettendosi in piedi, si tossisce o ci si soffia il naso. Le vertigini possono essere associate ad altri sintomi quali nausea o vomito, mal di testa o sensibilità a luce e rumori, a sdoppiamento della vista, difficoltà a parlare e/o a deglutire, aumento della frequenza cardiaca, fiato corto, debolezza e sudori.

La relazione tra vertigine e cervicale è spiegata quando ci sono sintomi di sbandamento, instabilità e disequilibrio, quando si avverte dolore, tensione e rigidità al collo o alle spalle, o quando sono associati disturbi visivi quali la difficoltà a mettere a fuoco, la stanchezza visiva e la sensibilità alla luce.

Quali farmaci prendere per la cervicale?

Non esiste una pillola o una soluzione facile e veloce. È necessario prendersi cura della propria salute. Con l’aiuto di uno specialista riabilitatore e uno specialista dell’esercizio fisico.

Affidarsi a specialisti del settore significa che, una volta esclusi eventuali condizioni di potenziale pericolo per il paziente, effettuata una attenta analisi dei fattori di rischio, valutata la presenza di segni alla radiografia o alla risonanza magnetica, si costruisce un piano riabilitativo che ha lo scopo di ridurre il dolore, gestire i sintomi e ritornare ad una vita senza fastidi.

Identificare fattori di protezione o di rischio, aiuta a guidare la prevenzione, la diagnosi, il trattamento e la gestione del dolore al collo. Ecco perché una prima valutazione è fondamentale per valutare la patologia, riconoscere i sintomi e inquadrare l’approccio più adeguato.

Testo di Chiara Gallo

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