Ti è mai capitato di entrare in contesti riabilitativi o sportivi e di sentire parlare di “propriocezione”? Se ti è successo, sicuramente, ti sarai chiesto cosa significasse questa strana parola, cerchiamo di capirlo insieme.
Cos’è la propriocezione e come funziona?
La propriocezione è definita come “l’insieme delle funzioni che hanno il ruolo di riconoscere la posizione e il movimento del nostro corpo e dei nostri arti nello spazio, escludendo il contributo della vista”. Tali funzioni sono svolte dai “propriocettori”, recettori periferici deputati alla raccolta delle informazioni dal mondo esterno. Le informazioni raccolte sono elaborate nei riflessi spinali che provvedono al mantenimento della postura contro gravità.
Abbiamo già capito che la propriocezione è frutto di un complesso meccanismo a carico del Sistema Nervoso e assume un ruolo fondamentale nella nostra quotidianità.
I propriocettori sono recettori sensibili alla variazione della posizione del nostro corpo nello spazio, sia quando stiamo fermi che quando siamo in movimento. Questi, raccolte le informazioni a loro richieste, le inviano ad alcune aree del cervello che le elabora creando risposte inviate al nostro corpo.
Senza entrare troppo nello specifico della complessa anatomia, i propriocettori sono di diverse tipologie e possono essere classificati in:
- Fusi neuromuscolari: si trovano nei muscoli e sono sensibili alla variazione della lunghezza di questi
- Apparati tendinei del Golgi: registrano modificazioni della misura dei tendini
- Recettori capsulari: sono nelle capsule e nei legamenti articolari
- Recettori cutanei: presenti nella cute, registrano stimoli tattili.
Potete notare come questi recettori sono collocati nella maggior parte del nostro corpo, questo ci permette di essere in continuo contatto con il mondo esterno e di poter rispondere in ogni momento con adattamenti ai cambiamenti.
Qual è la funzione della propriocezione?
Il ruolo della propriocezione nelle nostre vite è fondamentale e fin troppo sconosciuto.
Il sistema complesso di cui abbiamo parlato è alla base di qualsiasi attività che svolgiamo nella nostra quotidianità, dal movimento più semplice in casa a quello più complesso, come il gesto atletico.
La propriocezione lavora sempre in collaborazione ad altri sistemi complessi e contribuisce a:
- Mantenere l’equilibrio
- Garantire la stabilità
- Permettere una corretta esecuzione dei movimenti.
Possiamo affermare che, la propriocezione, lavora su un continuo scambio d’informazioni tra, Sistema Nervoso e corpo che ci consente di vivere in equilibrio, in adattamento e senza dolore.
In qualche modo ci rende più consapevoli del nostro fisico, ed è questa consapevolezza che nella quotidianità diventa capacità di adattarci nello spazio tramite aggiustamenti del nostro corpo, sia da fermi che in movimento.
Che cosa succede al sistema propriocettivo dopo un trauma?
Il meccanismo alla base della propriocezione, di cui abbiamo parlato finora, è complesso e in continuo aggiornamento anche quando stiamo bene. Che cosa succede quando si subisce un trauma o un infortunio?
Un trauma è una situazione non prevista che esce fuori dalla condizione fisiologica del nostro corpo, ciò provoca sensazioni sconosciute che ci spingono verso schemi motori diversi da quelli a cui eravamo abituati e che appartenevano alla nostra normalità. In tutto questo cambiamento anche la propriocezione viene alterata.
Il sistema propriocettivo è modificato a partire dai recettori. Anch’essi subiscono un trauma e registrano sensazioni diverse da quelle fisiologiche, inviando al Sistema Nervoso informazioni alterate che producono risposte motorie alterate.
Proviamo a spiegarlo con un esempio quotidiano: tutti nella nostra vita ci siamo scontrati con un infortunio o almeno conosciamo qualcuno che l’ha subito. Nel caso di un trauma dell’arto inferiore (es. distorsione di ginocchio o di caviglia, lesione del legamento crociato), il dolore o l’impossibilità di caricare sull’arto, ci inducono alla zoppia, spesso prolungata anche dopo la guarigione.
Questo schema motorio errato non è altro che il risultato dell’alterazione del meccanismo propriocettivo a seguito del trauma.
Il recupero e l’allenamento della propriocezione con la supervisione di uno specialista è l’unica strada da percorrere per un ritorno alla normalità.
L’allenamento propriocettivo
Il sistema complesso di cui abbiamo parlato può essere rieducato, allenato e addirittura migliorato. L’esercitazione della propriocezione si basa sul principio secondo il quale “maggiore è la necessità di controllo dell’apparato locomotore, maggiore è la risposta è propriocettiva”, gli esercizi saranno volti a creare situazioni di instabilità e perdita di controllo per stimolare il sistema nervoso a una risposta motoria precisa e rapida, che conduca al mantenimento dell’equilibrio o alla variazione posturale. Possiamo dire, quindi, che il training della propriocezione si basa su esercizi che favoriscono stimoli in instabilità o imprevisti che inducono il corpo, passando per un complesso sistema, a rispondere per garantire l’equilibrio o il controllo del gesto in atto.
L’allenamento, o la riabilitazione propriocettiva, è molto vario e sarebbe impossibile ridurlo in pochi esempi di esercizi scritti. È utile sapere che può essere svolto a corpo libero o con l’utilizzo di attrezzi specifici, ma che il vero valore aggiunto è la fantasia del fisioterapista o del personal trainer che ci sta seguendo.
Si può lavorare sulla propriocezione:
- Generale, di tutto il corpo, con continui stimoli destabilizzatori per la ricerca continua della corretta posture
- Segmentaria, utile nella prima fase riabilitativa (es. dopo distorsione di caviglia)
- Specifica, per atleti che devono migliorare la prestazione in campo o la qualità del gesto tecnico.
A cosa serve la propriocezione?
Allenare la propriocezione significa:
- Favorire la prevenzione e ridurre il rischio di cadute
- Riabilitare e rieducare dopo un infortunio
- Migliorare le prestazioni sportive e la coordinazione motoria
- Aumentare equilibrio e stabilità
- Rinforzare la muscolatura.
Il training propriocettivo è accessibile a tutti e porta numerosi benefici nella nostra quotidianità.
Quali strumenti sono necessari?
L’allenamento propriocettivo può essere svolto a corpo libero, ma essendo l’obiettivo quello di stimolare il corpo a una risposta dopo una variazione improvvisa, è molto utile munirsi di strumenti che possano riprodurre situazioni di instabilità.
Gli attrezzi più frequentemente usati sono:
- Pedane instabili
- Bosu o meduse
- Fitball
- Cuscini gonfiabili
- Tappetini di varia consistenza
Gli strumenti e le variabili di questo allenamento sono infinite, per questo, è fondamentale affidarsi a uno specialista capace di creare un percorso di allenamento propriocettivo personalizzato tenendo conto delle necessità e degli obiettivi da raggiungere.
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