La sindrome dolorosa regionale complessa, anche definita “algodistrofia”, è una condizione rara che altera il normale decorso clinico dopo un trauma o una lesione nervosa e colpisce tipicamente le estremità. Si tratta di una patologia loco-regionale, multi sintomatica e multi sistemica. Le modalità di insorgenza della patologia sono ancora poco chiare, la diagnosi e il trattamento possono essere difficili da delineare, il dolore e la disabilità associata portano a complicazioni psicologiche che creano un circolo vizioso di dolore, isolamento e depressione.

Cos’è l’algodistrofia?

Nello specifico si tratta di una condizione cronica neurologica che può essere conseguenza di un evento traumatico, o di un’immobilizzazione prolungata, di un infarto o di una neoplasia.

Chi colpisce?

Questa condizione ha una prevalenza nella popolazione generale tra 5-26 persone ogni 100000 per ogni anno ed è maggiormente a carico del sesso femminile.

Quali sono i sintomi dell’algodistrofia?

L’algodistrofia si manifesta con un’intensa alterazione di temperatura e sensibilità dell’estremità coinvolta. I pazienti, con la sindrome dolorosa regionale complessa, presentano una costellazione di sintomi che includono:

  • Anormalità della sensibilità (allodinia, iperalgesia)
  • Disfunzioni motorie
  • Edema
  • Cute particolarmente calda o molto fredda
  • Impossibilità a svolgere le attività di vita quotidiana
  • Rigidità
  • Alterazioni cutanee
  • Osteoporosi maculata.

Come inizia questa patologia?

L’insorgenza è davvero enigmatica.

Il sintomo cardine è inizialmente un forte, bruciante, intenso dolore, sproporzionato rispetto all’evento scatenante. Questo dolore inizia nel sito del trauma e si espande regionalmente senza una specifica distribuzione. C’è un aumento della temperatura della pelle, può presentarsi un forte eritema e con l’avanzare della patologia inizia una debolezza muscolare associata. La temperatura può diminuire tanto che il paziente è particolarmente sensibile a stimoli termici.

Come inquadrare la sindrome dolorosa regionale complessa?

La diagnosi e il trattamento rappresentano una sfida per tutti gli operatori del settore. Difficile da diagnosticare perché non ci sono esami specifici che possono essere eseguiti al fine di individuare questa patologia.  Per tale motivo è sempre importante rivolgersi a uno specialista per inquadrare la patologia e definire al meglio la linea di azione per gestire la sintomatologia e intervenire fin da subito con un trattamento adeguato.

Quali sono le linee guida per il trattamento?

La sfida è la scelta di un trattamento adeguato e personalizzato per il paziente affetto da algodistrofia.

La sindrome dolorosa regionale complessa ha un elevato costo emotivo per i pazienti che ne soffrono. A causa del dolore, il paziente tende a evitare di muovere l’arto affetto e genera una pausa associata al movimento e al dolore. Il dolore persistente e severo può determinare infatti uno stress emotivo significativo, ecco perché anche una terapia psicologica di supporto può aiutare a gestire il dolore.

Il trattamento è per lo più dipendente dai sintomi, guidato soprattutto dall’esperienza clinica dello specialista medico e del terapista. È  preferito un approccio multidisciplinare con la combinazione di terapie fisiche, psicologiche, neuropatiche e antinfiammatorie.

Poiché i pazienti con la sindrome dolorosa regionale complessa tendono a utilizzare meno l’arto affetto, l’obiettivo principale del trattamento è quello di aumentare la funzionalità e il range di movimento per ridurre il dolore e aumentare la mobilità.

La fisioterapia è da iniziare entro il più breve tempo possibile dall’esordio dei sintomi poiché un ritardo si associa a minore efficacia dei tempi con conseguenze estremamente disabilitanti nel medio e lungo periodo.

La letteratura e la pratica clinica supportano, per il trattamento di questa sindrome, l’utilizzo della “mirror therapy”, la terapia degli specchi, e la Graded Motor Imagery.

Graded motor imagery

La graded motor imagery rappresenta un approccio graduale per la gestione del dolore e la riabilitazione all’uso della muscolatura. Sfruttando la capacità di immaginare una parte del proprio corpo o immaginare di fare una determinata azione, si sfruttano aree del cervello che si usano durante l’effettivo movimento. In questo modo alleniamo il cervello a creare uno schema motorio prima dell’effettivo movimento.

La mirror therapy, o terapia allo specchio, consiste nell’utilizzare il riflesso della mano/arto sano durante un suo movimento allo specchio avendo così l’illusione di muovere l’altra/o mano/arto. In questo modo si crea un movimento immaginario di entrambe le estremità, anche in questo caso c’è una simulazione mentale del movimento durante la quale si utilizza un circuito di preparazione e programmazione allo schema motorio.

Conclusioni dell’algodistrofia

In conclusione gli elementi fondamentali del trattamento sono:

  • Un corretto inquadramento diagnostico
  • Informazione ed educazione comportamentale del paziente
  • Trattamento farmacologico adeguato
  • Riabilitazione.

Tutti gli elementi elencati hanno uguale importanza nel percorso del paziente. L’approccio multidisciplinare integrato è fondamentale per raggiungere il miglior risultato. ll team può aiutare il paziente a fissare obiettivi che siano realistici rispetto alla fase della patologia, supportarlo con trattamento precoce e adeguato, puntando al maggior recupero possibile.

Testo di Chiara Gallo

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