Cos’è la cervicobrachialgia?

La cervicobrachialgia è uno stato di dolore che coinvolge la zona che si estende dal collo al braccio, colpisce anche le spalle e, molto spesso, i sintomi sono estesi fino alle dita delle mani.

Questa condizione è molto diffusa nelle persone dai 30 anni in su ed è frequente che compaia in soggetti che svolgono lavori in cui le vertebre cervicali e i loro dischi vengono sottoposti a stress continui e ripetuti. Ne sono un esempio i lavori d’ufficio, poiché si assume una posizione prolungata (seduta davanti al pc), spesso scorretta. Altrettanto a rischio sono le persone che eseguono lavori in cui si devono sollevare carichi pesanti di continuo, creando così movimenti sbagliati a livello della zona superiore del corpo.

Quali sono le cause della cervicobrachialgia?

Perché viene la cervicobrachialgia? I motivi di questa condizione dolorosa sono molteplici e quasi nella totalità dei casi sono riconducibili all’azione di un insieme molto ampio di fattori che può dare il via al disturbo. Di conseguenza, non esiste una motivazione unica e uguale per tutti ma, anzi, è molto variabile.

Le cause maggiormente diffuse sono:

  • Ernie del disco cervicali
  • Sindrome dello stretto toracico
  • Radicolopatie cervicali
  • Compressioni nervose
  • Artrosi
  • Osteofiti
  • Rettilinizzazione del tratto cervicale
  • Posture scorrette e prolungate
  • Retrazioni muscolari
  • Lavori usuranti e ripetitivi

Cosa succede alla cervicale e come mai il dolore si estende al braccio?

La risposta sta nell’anatomia della colonna cervicale stessa. Dalle nostre vertebre cervicali, infatti, partono numerose radici e diramazioni nervose. Il loro insieme prende il nome di plesso brachiale. I nervi più importanti che ne fanno parte sono:

  • mediano
  • ulnare
  • radiale

Essi partono dalle vertebre, percorrono il braccio e l’avambraccio e vanno a innervare anche la mano, dandole sensibilità e capacità motorie.

Qualora ci sia una compressione a livello delle loro radici, (quindi a livello delle vertebre cervicali di appartenenza) si scatena la sintomatologia dolorosa della cervicobrachialgia, che sarà diversa a seconda del nervo che si trova in sofferenza e ne seguirà il decorso.

Quali sono i sintomi della cervicobrachialgia?

Il sintomo principale è il dolore, che può essere localizzato a livello del collo, della spalla, del braccio e della mano o di una parte di essi. Nella grande maggioranza dei casi, i sintomi sono monolaterali, ovvero si avvertono solo da un lato del corpo.

Non esiste un dolore specifico e uguale per tutti, ognuno sviluppa la sintomatologia in maniera diversa e ci potranno essere diverse sfumature della problematica.

Altri possibili sintomi sono:

  • Perdita di forza nei muscoli del braccio e della mano
  • Formicolii diffusi a braccio e mano
  • Intorpidimento della zona coinvolta
  • Difficoltà nei movimenti fini della mano e delle dita
  • Nausea
  • Mal di testa
  • Vertigini
  • Ridotta mobilità del collo
  • Rigidità muscolare

Quali indagini si possono fare a livello diagnostico?

Non esiste un esame che vada a fare diagnosi di cervicobrachialgia, ma si possono effettuare i classici esami di imaging, per cercare di capire se sono presenti elementi importanti come ernie, protrusioni, artrosi o osteofiti. Quindi si possono eseguire:

Come si tratta la cervicobrachialgia?

Ora conosciamo in linea generale il disturbo, ma come possiamo intervenire a livello pratico? Come prima cosa si deve agire sull’infiammazione e sul dolore, dato che un nervo compresso è sicuramente sofferente sotto questo punto di vista.

In prima battuta si può procedere, quindi, attraverso l’aiuto di terapie strumentali che agiscono direttamente a livello delle cellule infiammatorie (tecar e laser ad alta potenza).

Una volta attenuata e migliorata la sintomatologia, si potrà iniziare ad agire direttamente sulla cervicale, allo scopo di “decomprimere” il nervo e dare quindi sollievo a tutta la zona interessata.

Attraverso diverse tecniche, infatti, l’obiettivo della fisioterapia è quella di liberare la zona da tutte le tensioni e lavorare su diversi stimoli motori che permettano di correggere la muscolatura cervicale, la postura e che possano ripristinare la giusta funzionalità.

La fisioterapia sarà mirata sul dolore e sul ripristinare la mobilità della zona cervicale, ma non si agirà solo ed esclusivamente su di essa. Si farà, infatti, un lavoro generale sulla colonna con un focus anche a livello delle spalle e della postura, poiché per avere risultati che si mantengano nel tempo, si deve coinvolgere il corpo e la muscolatura in toto.

Si andrà a eseguire insieme al terapista:

  • Terapia manuale
  • Stretching
  • Pompage
  • Esercizi posturali
  • Esercizi di rinforzo
  • Esercizi di mobilità della colonna

Può essere di grande aiuto effettuare sedute di idrokinesi in abbinamento alla terapia a secco.

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Durante la fase acuta e di maggior dolore, si consiglia di non compiere sforzi eccessivi a livello della parte superiore del corpo. Se si svolge attività fisica ad alta intensità, almeno per i primi tempi, sarebbe opportuno sospenderla.

È fondamentale il lavoro con il fisioterapista che, se lo ritiene opportuno, darà dei piccoli esercizi di mantenimento a casa da svolgere due o tre volte al giorno.

[_header title=”E’ possibile prevenire la cervicobrachialgia?” type=”h2″ bottom_border=”1″ animation=”0″]

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Per quanto non ci sia un modo per prevenire al cento per cento questa condizione, si possono sicuramente mettere in atto delle strategie per ridurne le probabilità d’insorgenza attraverso buone abitudini posturali e accortezze, come:

  • Non assumere la posizione seduta troppo prolungata nel tempo, se si ha la possibilità, alzarsi e camminare
  • Se capita di sollevare carichi pesanti, è bene aiutarsi sempre con la spinta delle gambe, mai solo con la colonna
  • Utilizzare (ad esempio in ufficio) sedie comode ed ergonomiche
  • Posizionare lo schermo del pc all’altezza corretta (altezza occhi) e non più in basso

[_header title=”Quali attività si possono fare una volta  attenuati i sintomi della cervicobrachialgia?” type=”h2″ bottom_border=”1″ animation=”0″]

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Molto spesso, dopo aver risolto i sintomi, i pazienti hanno difficoltà a tornare a muoversi o a riprendere l’attività fisica, per paura di avere delle ricadute. Possiamo dire con certezza che non svolgere più nessuna attività, è sbagliato e controproducente. Si deve assolutamente riprendere con il movimento ma seguendo alcune accortezze ed evitando alcune azioni in favore di altre, che verranno indicate dal terapista durante il percorso fisioterapico.

Sarebbe ideale non interrompere immediatamente la fisioterapia dopo la scomparsa dei sintomi, ma continuare con delle sedute di mantenimento o in alternativa di rieducazione posturale.

Testo di Alessandra Burelli

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