Le modificazioni del corpo materno
Nel corso della gravidanza, il corpo materno subisce un continuo adattamento che si sussegue nell’arco delle 40 settimane. Si verificano cambiamenti anatomici e fisiologici necessari affinché vi sia un corretto sviluppo prenatale del feto e affinché il corpo della gestante assuma una morfologia appropriata ad affrontare il parto. Questi interessano tutti gli apparati e i sistemi del corpo materno.
L’apparato muscolo-scheletrico risulta uno di quelli maggiormente coinvolti, soprattutto nella sua componente strutturale, ormonale e biomeccanica.
L’aumento di peso durante la gestazione, di circa 10-15 kg, con l’ampliamento delle dimensioni uterine, comporta necessariamente un cambiamento a livello posturale, con conseguente alterazione delle strutture muscolo-scheletriche e del carico sulle articolazioni.
L’aumento della massa anteriore del ventre causa lo spostamento in avanti del baricentro della mamma, aumentando lo stress sul tratto lombare della colonna vertebrale, sulla parete addominale e sulla muscolatura del pavimento pelvico. Ciò determina, tuttavia, l’aumento della lordosi lombare, con conseguente sovraffaticamento degli stabilizzatori attivi e passivi della cerniera lombo-sacrale, pelvica e delle strutture spinali, che raggiunge il suo apice durante il terzo trimestre di gravidanza.
La sintomatologia dell’apparato muscolo-scheletrico in gravidanza
In alcune donne, questi cambiamenti possono causare una sintomatologia dolorosa, ma anche contribuire allo sviluppo di disturbi muscolo-scheletrici o al peggioramento di disturbi preesistenti, che in casi più gravi costringono la gestante a condizioni temporaneamente invalidanti.
Secondo le evidenze scientifiche, circa un quarto delle donne in gravidanza soffre e sperimenta i sintomi di problematiche muscolo-scheletriche come mal di schiena e crampi e dolori articolari generalizzati. È frequente l’intensificazione di sintomatologie dolorose collegate a patologie preesistenti la gravidanza, come scoliosi, spondilolisi o spondilolistesi. Tuttavia, le alterazioni posturali, i cambiamenti ormonali e ponderali, sono i possibili determinanti della fisiopatologia di queste problematiche muscolo-scheletriche.
La lombalgia in gravidanza
Il comune “mal di schiena”, noto come Low Back Pain (LBP), si è stimato essere uno dei disturbi più frequenti durante la gravidanza. Si stima colpisca il 50-70% delle donne e in un’ampia percentuale i disturbi sono persistenti anche nel post-parto; pertanto, sarebbe auspicabile un trattamento preventivo sia per la sintomatologia dolorosa acuta, ma anche per evitare la cronicizzazione.
Le cause del LBP sono molteplici, ma la più rilevante è associabile alle alterazioni posturali repentine del rachide lombare, in associazione a una muscolatura addominale rilassata e a un conseguente sovraccarico della muscolatura paravertebrale, che diventa il fulcro della sintomatologia acuta.
La letteratura ha anche evidenziato, come le donne che soffrivano di LBP, prima della gravidanza, o che ne hanno sofferto nelle gravidanze precedenti, abbiano maggiori probabilità di soffrirne nuovamente, con sintomatologia dolorosa maggiore; l’incidenza della sintomatologia però non sarebbe differente tra le varie fasce di età e non sembrerebbe esserci alcuna associazione tra LBP e aumento di peso, obesità o erniazione discale.
L’incidenza di ernia del disco e radicolopatie durante la gravidanza non sembrerebbe essere differente dell’incidenza per le donne non gravide: infatti, la maggioranza delle donne in età fertile presenta un’alterazione discale che coinvolge le vertebre lombo- sacrali (L3–4, L4–5 o L5–S1). Tuttavia, l’aumentata lordosi lombare e la presenza di patologie discali, possono favorire segni clinici oggettivi di radicolopatie periferiche; in questi casi le radicolopatie più frequenti interessano la regione lombare e sacrale, convolgendo, in particolare, i nervi sciatico e femorale.
La sedentarietà come causa scatenante del dolore lombare
Tendenzialmente le donne che avvertono più frequentemente LBP sono donne che svolgono attività eccessive, fino al termine della gravidanza, che richiedono di stare in piedi, camminare o sollevare oggetti pesanti per tante ore. Ciò si verifica principalmente in donne con un condizionamento muscolare non sufficiente, o che non sono state solite svolgere alcun genere di esercizio fisico strutturato anche precedentemente alla gravidanza.
Le donne che svolgono esercizio precedentemente e durante la gravidanza hanno meno disturbi tipici della lombalgia, rispetto alle donne sedentarie; questo perché la componente muscolare è già solita essere sottoposta a un carico maggiore tipico dell’esercizio fisico, per cui il mantenimento della postura eretta è più facile.
Risulta inoltre importante la correlazione tra attività fisica, trimestre di gestazione e guadagno di peso corporeo (GWG- Gestational weight gain), perché direttamente proporzionale alla possibilità di sviluppo di LBP.
Le donne sedentarie hanno un’aumentata probabilità di sviluppare LBP (+ 30%) e di avvertire più dolore, rispetto alle donne fisicamente attive. Inoltre, la possibilità di aggravare una condizione precedente di LBP, o che il LBP verificatosi per la prima volta in gravidanza diventi cronico, è piuttosto frequente soprattutto nelle donne sedentarie.
L’esercizio fisico e i benefici in gravidanza”
Sebbene nel passato era luogo comune credere che la donna in gravidanza non potesse in alcun modo fare sforzi ed esercizio fisico, le più recenti indagini scientifiche ci mostrano esattamente il contrario.
Infatti, le preoccupazioni sui potenziali effetti nocivi dell’esercizio fisico in gravidanza (ipertermia, parto pretermine, ridotta crescita fetale alla nascita rispetto all’età gestazionale) non sono supportate dalle più recenti revisioni scientifiche, che al contrario, evidenziano come un’attività preventiva e adattata sia in grado di limitare gli effetti di importanti e frequenti patologie:
- diabete gestazionale
- pre-eclampsia
- aumento eccessivo di peso corporeo in gravidanza
- LBP
- depressione perinatale
- macrosomia
- complicanze legate al parto
- nascita prematura.
Quali attività è possibile svolgere in gravidanza?
Le attività consigliate in gravidanza sono quelle a un’intensità moderata, come:
- Camminate
- Yoga
- Pilates
- Idrokinesiterapia
- Kegel
- danza
- esercizi posturali.
L’esercizio svolto in acqua potrebbe rappresentare una buona alternativa per le donne precedentemente inattive e per le donne con problematiche articolari e LBP.
Nonostante ciò, è importante sottolineare che esercizi di tipo aerobico, contro resistenza o la combinazione di entrambi, svolti in maniera attenzionata, sono sicuramente le alternative più efficaci per la prevenzione ed il trattamento dei disturbi dell’apparato muscolo-scheletrico in gravidanza.
L’esercizio fisico come terapia per il benessere di madre e bambino
In conclusione, possiamo affermare che, come supportato dalle più importanti riviste scientifiche, l’esercizio fisico svolto in gravidanza, ancor meglio se iniziato precedentemente, è considerato la miglior terapia in termini preventivi e adattati per il dolore lombare in gravidanza.
L’esercizio fisico si è dimostrato efficace anche per la diminuzione dell’incidenza di tutte le patologie più frequenti in gravidanza, per la depressione post-parto e una miglior gestione del parto, con minori complicazioni.
Inoltre, che queste attività si dimostrano fondamentali per una migliore plasticità fetale prenatale e per un miglior sviluppo neuro-psico-percettivo-motorio e comportamentale del bambino una volta nato.
In definitiva, l’esercizio fisico in gravidanza, in assenza di controindicazioni assolute con le dovute precauzioni potrebbe essere una forma esclusiva di promozione della salute materna e fetale, per il trattamento e il miglioramento della qualità della vita.
Per saperne di più guarda i video sul nostro canale YouTube
Prenota la tua Visita Gratuita
Vuoi capire l’origine del tuo problema e scoprire quale è l’esame diagnostico più adatto a risolvere la tua problematica?
I nostri i pazienti hanno un canale privilegiato nelle migliori strutture sanitarie di Roma