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Colpo della frusta

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Cos’è il colpo di frusta?

Il colpo di frusta è un evento traumatico che coinvolge principalmente il tratto cervicale della colonna, ma può interessare, a distanza, tutto il rachide fino all’osso sacro. Normalmente insorge dopo un repentino movimento del capo che oltrepassa i limiti dell’escursione fisiologica, creando una tensione importante sulla muscolatura e sui legamenti della colonna.

È importante non sottovalutare questo evento traumatico in quanto, se non curato adeguatamente, può portare a problematiche anche a distanza di molto tempo, sulla colonna stessa ma non solo, anche a livello delle funzioni cognitive e attenti.

Anatomia della colonna cervicale

Il tratto cervicale è il più mobile e delicato dell’intera colonna infatti, oltre a sostenere, stabilizzare e dare mobilità al cranio, protegge anche le strutture che esso contiene, racchiude il midollo spinale, le radici nervose e le arterie vertebrali.

Per capire l’importanza di questo tratto della colonna basta pensare al fatto che una lesione di questa zona, se interessa il midollo spinale, può comportare una tetraplegia, ovvero la paralisi dei quattro arti. 

Il rachide cervicale è composto da sette vertebre, divise in una regione superiore, chiamata “rachide cervicale superiore” (C1-C2) ed in una inferiore (C3-C7), chiamata “rachide cervicale inferiore”.

Il rachide cervicale superiore, come accennato, comprende le prime due vertebre cervicali, C1 e C2, chiamate rispettivamente atlante ed epistrofeo. Queste due vertebre si distinguono dalle restanti per la loro forma particolare:

  • L’atlante è un anello osseo composto da un arco anteriore, un arco posteriore e due masse laterali, è sprovvisto dunque di un corpo vertebrale e di un processo spinoso vero e proprio. I due massicci ossei presentano una faccetta articolare superiore, che si articola con i condili dell’occipite e una inferiore, che si articola con l’epistrofeo.
  • L’epistrofeo è formato da un corpo vertebrale e da un processo spinoso bifido, come le vertebre sottostanti, dalle quali si differenza per la grossa apofisi ossea, chiamata “processo odontoideo” o “odontoide” che si articola con l’arco anteriore dell’atlante, andando a formare l’asse attorno al quale C1 può girare e permettere dunque i movimenti di rotazione del capo.

L’articolazione occipito-atlantoidea (tra occipite e atlante) permette i movimenti di inclinazione, flessione ed estensione del capo, pochi gradi in queste direzioni sono consentiti anche dall’articolazione tra C1 e C2.

Da notare, però, che l’atlante e l’epistrofeo forniscono il principale apporto alla rotazione della colonna cervicale (circa 45° in entrambe le direzioni).

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La mobilità del tratto cervicale superiore è fondamentale per mantenere in equilibrio gli organi di senso situati nella parte cranica (vista e udito).

I muscoli che permettono il movimento del tratto superiore del rachide cervicale di dividono in:

  • Muscoli della regione anteriore, tra cui il muscolo lungo del collo, piccolo retto anteriore, retto laterale e, più lateralmente, gli scaleni e lo sternocleidomastoideo
  • Muscoli della regione posteriore, tra cui il multifido, intertrasversario ed epispinoso; superiormente lo splenio del capo e del collo, trasversario del collo, angolare della scapola, lungo dorsale; più superficialmente il trapezio

Il rachide cervicale inferiore è formato dalle restanti 5 vertebre (C3-C7), più simili tra loro per la forma e le funzioni che svolgono.

Le caratteristiche anatomiche di queste vertebre sono:

  • Il corpo vertebrale di dimensioni minore rispetto alle vertebre sottostanti
  • Processi spinosi biforcuti (bifidi) da C3 a C6
  • La settima vertebra cervicale (C7), chiamata anche “prominente”, è dotata di un processo spinoso lungo e facilmente palpabile all’esame obiettivo nella maggior parte degli individui
  • Le apofisi unciniformi, situate lateralmente nella parte superiore ed inferiore dei corpi vertebrali, che si articolano tra loro per formare le articolazioni unco-vertebrali (o di Luschka) attraverso due faccette cartilaginee.

Confrontandola con la porzione cervicale superiore, questa regione è addetta non più ai movimenti di rotazione, ma di flessione, estensione ed inclinazione della colonna. Quest’ultimo movimento è effettuato soprattutto al tratto superiore (C3-C4 e C4-C5), mentre la flessione, di circa 10 gradi per segmento, è maggiormente espressa a livello di C4-C5 e C5-C6.

Altre patologie della colonna cervicale

La colonna cervicale, oltre a situazioni traumatiche come il colpo di frusta, può andare incontro anche a fenomeni come:

  • L’artrosi cervicale, patologia degenerativa dove viene “erosa” la cartilagine articolare presente nell’articolazione formata da due vertebre contigue, principalmente presente nei soggetti anziani ma spesso anche in quelli giovani in seguito a lavori usuranti o particolari verticalizzazioni patologiche della colonna vertebrale
  • L’ernia del disco, situazione acuta in cui il disco intervertebrale esce dalla sua sede fisiologica andando spesso a comprimere la radice del nervo che passa nel forame di coniugazione tra le due vertebre, a livello cervicale può dare parestesie (formicolio) e dolore lungo il braccio del lato interessato nonché mancanza di forza. Nei casi più gravi è da valutare la necessità dell’intervento chirurgico
  • La contrattura muscolare, può essere dovuta a un blocco meccanico della colonna cervicale, il cosiddetto “torcicollo”, per un movimento brusco o una posizione sbagliata assunta durante il sonno. Si presenta con dolore muscolare e rigidità nei movimenti del collo.

Le cause del colpo di frusta

Il meccanismo traumatico che coinvolge il tratto cervicale è quello tipico degli incidenti in auto, in particolare dei tamponamenti, dove il conducente (e quindi anche la colonna) viene proiettato in avanti a causa dell’improvvisa e brusca accelerazione provocata dall’impatto. Questa dinamica rappresenta un vero e proprio “shock” non solo per le vertebre, i legamenti e la muscolatura del tratto cervicale, ma anche delle membrane all’interno del cranio che subiscono un fenomeno torsionale e si adattano a esso. Inoltre, è presente anche il trauma creato dal colpo che la testa, andando in iperestensiene, dà al sedile quando la macchina si ferma.

Si viene a creare dunque un danno dovuto da un’iperflessione e un’iperestensione del capo che stressa tutte le strutture citate prima.

Il colpo di frusta può essere anche legato a particolari gesti sportivi o cadute che solitamente interessano i movimenti di flessione laterale del collo, creando purtroppo vertebrali importanti.

Sintomi e conseguenze del colpo di frusta

Le conseguenze del colpo di frusta possono essere diverse, dipende ovviamente dall’entità del trauma e dall’età del soggetto, tra le principali:

  • Dolore cervicale, anche diffuso e sensazione di non riuscire a muoversi
  • Blocco cervicale dovuto allo spasmo e allo stiramento delle fibre muscolari conseguente al trauma
  • A lungo termine, episodi di vertigine, acufeni, fatica a concentrarsi/mantenere l’attenzione, mal di testa, senso di confusione, problemi di equilibrio e problematiche sul resto della colonna

Se l’impatto è particolarmente violento, le lesioni possono interessare, oltre al sistema muscolo-legamentoso, anche il disco intervertebrale e portare a formicolii o brachialgie (dolore lungo il braccio). Ovviamente il coinvolgimento a distanza dell’intera colonna sarà ancora più probabile ed evidente nel tempo.

Trattamento e riabilitazione del colpo di frusta

Dopo aver subito un colpo di frusta è fondamentale, soprattutto se l’impatto è stato violento, recarsi al pronto soccorso dove verrà effettuata una radiografia e, se necessario, una TAC per escludere la presenza di lesioni a livello delle strutture nervose o fratture vertebrali.

Tuttavia bisogna tener presente che molti sintomi compaiono diverse ore dopo il trauma, è necessario perciò rivolgersi a una figura medica anche quando il colpo di frusta sembra essere lieve e trascurabile per tenere sotto osservazione l’evoluzione del quadro clinico ed eventuali emergenze che si possono presentare. Il medico può prescrivere l’utilizzo di un collarino per stabilizzare il tratto cervicale e proteggerlo da eventuali movimenti bruschi che possono peggiorare la situazione.

Escluse emergenze mediche si possono iniziare da subito le sedute di fisioterapia, che serviranno per recuperare la mobilità persa, allungare le catene muscolari in disfunzione e ridare un equilibrio generale all’intera colonna.

La terapia manuale potrà essere accompagnata dall’utilizzo di terapie fisiche, soprattutto nella fase acuta di dolore, tra cui laser e tecar, per promuovere i processi di guarigione dei tessuti. Una volta terminato il percorso, si possono effettuare delle sedute di rieducazione posturale una volta a settimana per il riequilibrio generale del corpo. Un altro strumento utile, soprattutto in fase acuta quando il paziente ha paura di muoversi e di sentire dolore, è l’idrokinesiterapia, che abbina esercizi di mobilizzazione, stretching e rinforzo muscolare per il recupero completo della funzionalità in (quasi) assenza di gravità e dunque di sovraccarico.

Intraprendere un percorso riabilitativo dopo un colpo di frusta è di fondamentale importanza per evitare tutti gli effetti collaterali prima citati che, ricordiamo, possono svilupparsi anche anni dopo il trauma e portare anche a patologie neurodegenerative come il parkinson o l’alzhaimer.

Testo di Alessandra Del Vecchio

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