L’epicondilite (anche detta gomito del tennista) è una condizione infiammatoria dolorosa molto comune che si sviluppa a livello del gomito, nello specifico, in corrispondenza dell’epicondilo. Colpisce più comunemente soggetti di sesso maschile tra i 30 e i 50 anni di età. Questo dolore può irradiarsi lungo l’avambraccio e può essere aggravato dal movimento del gomito o dalla presa di oggetti pesanti. Sebbene sia associata, per via del suo nome, a un’attività sportiva, l’epicondilite può insorgere anche in persone non sportive che, tuttavia, sollecitano la zona del gomito spesso a causa della loro attività lavorativa.
Allo scopo di comprendere meglio l’epicondilite, possiamo analizzare più nel dettaglio l’anatomia del gomito. Il gomito è l’articolazione mediana del braccio e mette in collegamento 3 ossa:
I movimenti possibili a livello del gomito sono:
Per mantenere salda l’articolazione, sono presenti numerosi legamenti:
Nello specifico, sulla superficie omerale troviamo due prominenze ossee:
Queste due, sono importanti punti di inserzione legamentosa e tendinea. Non è raro che vadano incontro a infiammazione con conseguente dolore e irrigidimento, come nel caso dell’epicondilite.
L’epicondilite è un’infiammazione dei muscoli e dei tendini che si inseriscono nella zona dell’epicondilo e che eseguono movimenti di estensione del polso e delle dita. Pertanto, i motivi dell’insorgenza sono da ricondurre a movimenti che creano un overuse o sovraccarico funzionale. Le cause più comuni sono:
Tra i sintomi più comuni associati all’epicondilite troviamo:
In presenza di sintomi riconducibili a epicondilite, solitamente si effettua un esame obiettivo con alcuni test che valutano lo stato dei muscoli estensori e la risposta del dolore a determinati movimenti. Essi sono:
Per quanto riguarda gli esami strumentali, il più utilizzato per diagnosi di epicondilite è l’ecografia. Per ulteriori accertamenti sia sul tessuto osseo che sulle strutture legamentose, si possono eseguire:
Il trattamento dell’epicondilite è, nella maggioranza dei casi, di tipo conservativo. La situazione di dolore e l’infiammazione spesso vanno incontro a miglioramento e scomparsa grazie a un buon programma di fisioterapia. Il trattamento chirurgico, e quindi l’intervento, vengono presi in considerazione solo se il trattamento conservativo non ha sortito alcun tipo di miglioramento in un lungo arco di tempo.
Come abbiamo detto, la risposta dell’epicondilite al trattamento conservativo è ottima e il paziente riesce ad avere sollievo dal dolore e a riacquistare la piena funzionalità in poco tempo. Nel primo periodo, soprattutto se il dolore è molto forte, la fisioterapia verterà sull’utilizzo di macchinari a scopo antalgico come:
Si procederà di pari passo con il recupero del pieno movimento in assenza di dolore attraverso:
Nel caso il paziente abbia intenzione di riprendere a breve un’attività sportiva, è consigliato un percorso di riatletizzazione incentrato sul recupero graduale e sul corretto svolgimento del gesto atletico.
Nel caso in cui, dopo diversi mesi (6-12), il trattamento conservativo non abbia portato a un sensibile miglioramento dei sintomi, si può prendere in considerazione l’intervento chirurgico. Le tecniche operatorie per l’epicondilite sono diverse. Lo scopo è quello di rimuovere il tessuto danneggiato dall’infiammazione e portare, quindi, all’eliminazione del dolore. Dopo l’intervento, il braccio viene immobilizzato attraverso l’utilizzo di un tutore per alcuni giorni. Dopo la rimozione dei punti sarà possibile iniziare un percorso di fisioterapia post – operatoria che avrà come obiettivi:
Anche in questo caso, è strettamente consigliato effettuare un percorso di riatletizzazione e di recupero corretto del gesto sportivo, per evitare quanto possibile il rischio di ricadute.
Se si effettua un’attività lavorativa o sportiva a rischio di apportare iper sollecitazione nella zona del gomito, è bene mettere in atto dei comportamenti preventivi che possano evitare il più possibile l’insorgenza di questa infiammazione. Alcuni consigli sono:
Testo di Alessandra Burelli
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