Spesso l’esperienza dolorosa può presentarsi in contesti e/o momenti della vita davvero inaspettati, durante, una partita di padel, il calcetto del mercoledì o semplicemente alzando una cassa d’acqua, movimenti svolti da sempre, che però si fanno sentire in modo improvviso. Non ci spieghiamo come, e proviamo a proseguire con la nostra solita routine, ma il dolore persiste, si ripresenta al mattino, è fastidioso e ci fa ricordare che c’è.

Nella stragrande maggioranza dei casi parliamo delle tendinopatie. Patologie a carico di una struttura di collegamento tra muscolo e osso, che permette all’osso di muoversi perché trasmette a esso l’energia creata all’interno del muscolo.

Per Tendinopatia si intende una condizione caratterizzata da dolore locale persistente e da impotenza funzionale relativa al carico.

Può interessare gli arti superiori e gli arti inferiori ed è spesso una condizione che viene diagnosticata tardivamente, in una fase già avanzata, con un quadro sintomatologico tipicamente associato a dolore localizzato.

Cosa sono i tendini?

I tendini sono strutture che hanno il ruolo di accumulare energia muscolare, dissiparla all’osso al quale sono ancorati, al fine di consentire il movimento e aumentare la stabilità articolare.

I tendini rispondono a forze alterando la loro struttura, composizione e proprietà meccaniche attraverso un processo chiamato “adattamento meccanico tissutale” e si adattano alle stimolazioni esterne per ottimizzare la loro funzione.

Le articolazioni che più frequentemente possono essere colpite da questa fastidiosa condizione sono:

  • per l’arto superiore:
  • la spalla, con le tendinopatie della cuffia dei rotatori o del capolungo del bicipite
  • il gomito, con l’epicondilite e l’epitrocleite
  • per l’arto inferiore:
  • le tendinopatie del ginocchio, con l’interessamento del tendine rotuleo
  • tendinopatie della caviglia, che coinvolgono il tendine d’Achille.

Quali sono i sintomi delle tendinopatie?

I sintomi principali delle tendinopatie sono:

  • il dolore: forte, persistente, specialmente presente al mattino dopo un periodo prolungato di riposo con i primi movimenti
  • l’impotenza funzionale
  • l’impossibilità a svolgere attività di vita quotidiana o gesti sportivi specifici
  • crepitii e debolezza muscolare localizzata.

Quali sono le cause delle tendinopatie?

Le principali cause di tendinopatia possono essere:

  • gesti ripetitivi che espongono il tendine a carichi uguali ma ripetuti nel tempo, di tipo degenerativo
  • immobilizzazione che comporta un ridotto utilizzo del muscolo e quindi del tendine
  • sovraccarico di una struttura non pronta a ricevere una specifica sollecitazione meccanica.

Qual è il trattamento delle tendinopatie?

Nella gestione delle patologie tendinee spesso ci affidiamo alla solita routine di riposo, antinfiammatori e stretching, ma quali sono le strategie giuste da utilizzare?

Se mi fanno male i tendini, devo riposare o allenarmi?

Per le patologie del tendine il riposo è sconsigliato, l’unico rimedio più efficace è affidarsi ad uno specialista per gestire il carico: scegliere l’esercizio adeguato è fondamentale nella gestione delle patologie dei tendini, sia per l’arto superiore che per l’arto inferiore, al fine di aumentare la tolleranza del tendine a uno stimolo meccanico in modo graduale e progressivo.

Con la fisioterapia è possibile associare terapie fisiche specifiche, per la gestione e il trattamento delle tendinopatie, tra le quali ci sono laser e onde d’urto che hanno specifici obiettivi.

Il laser viene utilizzato per:

  • diminuire l’infiammazione
  • ridurre l’edema
  • indurre analgesia
  • promuovere la guarigione dei tessuti infiammati e/o degenerati

Le onde d’urto hanno l’obiettivo di:

  • ridurre il dolore
  • migliorare la funzionalità.

Entrambe le terapie strumentali hanno una bassissima invasività, ma tendono a non essere utilizzate in pazienti che hanno una storia anamnestica di neoplasie.

Quali sono le fasi di lavoro?

L’obiettivo del trattamento si organizza per fasi e per urgenze terapeutiche. Sarà un focus primario il ritorno alle attività di vita quotidiana associato all’assenza di dolore, o la presenza di un dolore tollerabile sul quale è possibile continuare a lavorare.

Risulta fondamentale una prima fase di valutazione del dolore, dei gradi di articolarità, di forza, per inquadrare la patologia, capirne la gravità e lo stadio.

L’ideale sarebbe effettuare una valutazione in prima seduta così da ottenere una vera e propria istantanea oggettiva della condizione di disabilità e di dolore; seguire un programma tailor made, costruito a misura sulle caratteristiche del paziente, ed eseguire una nuova valutazione con l’utilizzo dei devices e scale di misurazione, nonché questionari per monitorare l’andamento della terapia, saggiare la bontà del percorso intrapreso e oggettivare i risultati. Solo in questo modo il terapista potrà avvalersi di un riferimento chiaro, univoco e oggettivo che permette al paziente e al terapista di programmare il proseguimento dell’iter riabilitativo.

Nei pazienti che prevedono un ritorno all’attività sportiva, un team dedicato formato da Fisioterapista e Chinesiologo clinico, dovrebbe dedicarsi alla ripresa del gesto atletico specifico, una remise en forme generale nonché alla costruzione di un programma di prevenzione per eventuali patologie future.

Affidarsi a un team specializzato e formato è la vera chiave per risolvere una patologia come le tendinopatie, che possono essere difficili da gestire perché disabilitanti, di lunga durata e dolorose. Nonostante la sua complessità, con l’adeguata educazione del paziente, sono tanti coloro che ritornando a una vita normale e a un’attività fisica con prestazioni anche superiori rispetto a quelle precedenti.

Testo di Chiara Gallo

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