Cause del dolore al ginocchio

Conosciuto in ambito medico con il termine di gonalgia, il dolore al ginocchio è un sintomo comune, che può interessare persone di ogni età e che, quando è particolarmente intenso, assume i connotati di disturbo debilitante.

La gonalgia riconosce numerose cause, tra cui:

Che cos'è la gonartrosi

Tra le varie patologie c’è appunto la gonartrosi, o artrosi del ginocchio, che è una delle malattie cronico-degenerative che colpisce maggiormente le persone anziane. Insieme all’artrosi dell’anca, costituisce circa l’80% dei casi di osteoartrosi in Italia.

I soggetti potenzialmente a rischio di gonartrosi sono:

– le persone in età avanzata

– gli individui in sovrappeso

– coloro che, per questioni lavorative o legate allo stile di vita, sottopongono l’articolazione del ginocchio a uno stress notevole (impiegato che trascorre molto tempo in piedi, operaio che trasporta frequentemente dei pesi eccessivi, sportivo che pratica abitualmente attività fisiche intense…).

Quali sono i sintomi della gonartrosi?

Solitamente i pazienti manifestano:

– Dolore articolare più forte all’inizio del movimento e che si attenua gradualmente

– Dolore articolare che aumenta quando sovraccarichiamo l’articolazione e si riduce con il riposo

– Deformità articolare

– Crepitio articolare

– Gonfiore

– Rigidità mattutina

– Calore

– Limitazione funzionale del ginocchio fino a zoppicare

Quali sono le cause della gonartrosi?

Le cause più comuni dell’artrosi sono:

  1. L’avanzare dell’età
  2. Fattori genetici
  3. Il sovrappeso
  4. Morfologia degli arti inferiori (ad esempio ginocchio varo o valgo)
  5. Traumi pregressi
  6. Processi infiammatori
  7. Sovraccarico funzionale

La diagnosi di artrosi al ginocchio

Per verificare la presenza o meno di gonartrosi è indispensabile sottoporsi a un controllo medico con uno specialista in ortopedia. Il medico farà un’indagine accurata che prenderà in considerazione lo stile di vita, i precedenti in famiglia, la presenza di eventuali altre patologie e misurerà direttamente la forza e l’ampiezza del movimento articolare. La diagnosi di artrosi potrà essere confermata dall’esame radiografico del ginocchio, che è in grado di evidenziare il restringimento del tessuto cartilagineo e la vicinanza dei capi articolari.

La riabilitazione richiede una combinazione di trattamenti e figure professionali: quali sono?

Il trattamento comprende una terapia farmacologica e un programma riabilitativo completo di terapia manuale e strumentale, oltre ad esercizi terapeutici a secco e in acqua.

Nell’impostazione del trattamento inoltre intervengono diverse figure: il fisiatra e il reumatologo sono responsabili di definire una corretta diagnosi clinica ed impostare il Progetto Riabilitativo, il fisioterapista invece effettua una valutazione funzionale e definisce il programma di trattamento.

Negli stadi lievi e moderati si ricorre a terapie conservative, che possono prevedere:

  1. L’assunzione di farmaci
  2. Fisioterapia
  3. Iniezioni di acido ialuronico. Le infiltrazioni di acido ialuronico servono a lubrificare l’articolazione del ginocchio riducendo l’attrito delle superfici articolari. L’acido ialuronico è, infatti, presente naturalmente nel nostro organismo, ma la sua produzione tende a diminuire nel tempo, rendendo le articolazioni maggiormente soggette ad attrito e, di conseguenza, all’usura.
  4. Iniezioni di PRP o cellule staminali. Queste ultime due soluzioni rientrano nel campo della medicina rigenerativa, un processo di rigenerazione tissutale che negli ultimi anni sta vedendo una sempre maggiore applicazione.

Nelle fasi più avanzate o nei casi in cui il trattamento conservativo non sia sufficiente, si ricorre all’impianto di protesi di ginocchio, soluzione definitiva che permette di eliminare definitivamente la sintomatologia, che può essere:

  • parziale se può essere sostituita solo una componente (protesi mono-compartimentale)
  • totale se la degenerazione è vasta.

Su cosa si basa il programma riabilitativo per la gonartrosi?

Viene impostato in base al grado di degenerazione osteocartilaginea e alle lesioni associate, allo stadio della malattia, al profilo muscolo-scheletrico e alle eventuali terapie già effettuate o in corso.

Fase 1: l’obiettivo è ridurre la tumefazione, il dolore e favorire il recupero dell’articolarità passiva con l’utilizzo di terapie fisiche – come la tecar, crioultrasuoni e la laserterapia ad alta potenza – e il trattamento manuale, fondamentale per la mobilizzazione articolare e il rilassamento dei tessuti molli periarticolari.

Fase 2: l’obiettivo è ridurre le contratture muscolari antalgiche con la massoterapia, potenziare la muscolatura del quadricipite, dapprima con esercizi isometrici e poi con esercizi a catena cinetica chiusa. L’elettrostimolazione del muscolo quadricipite è complementare all’esercizio attivo. Altro obiettivo è quello di migliorare la stabilità e la qualità del movimento con gli esercizi propriocettivi dell’arto inferiore.

Nelle fasi successive si lavora per incrementare il tono-trofismo muscolare, per migliorare la propriocezione e la flessibilità, tramite esercizi specifici a secco e in acqua.Il calo del peso ponderale e la riduzione dei carichi rappresentano alcuni consigli utili per ridurre la sintomatologia dell’artrosi del ginocchio.  In caso di gonartrosi severa sarà necessario ricorrere alla chirurgia artroscopica o alla chirurgia protesica di ginocchio.

L’idrokinesiterapia può essere di supporto?

Assolutamente sì, rappresenta una parte importante del trattamento: crea le condizioni ideali per effettuare esercizi specifici senza sovraccaricare l’articolazione e, quindi, senza provare dolore.

Cos’altro può aiutare il paziente?

Si consigliano esercizi terapeutici da svolgere autonomamente a casa, se possibile con l’ausilio di elastici o piccoli pesi. In aggiunta, il paziente deve essere istruito a seguire norme comportamentali favorevoli per il suo benessere: evitare attività che possono riacutizzare il dolore, mantenere una postura corretta e il peso corporeo sotto controllo.  In alcuni casi è altrettanto utile consigliare plantari o ginocchiere che possono migliorare la distribuzione del carico articolare.

Testo di Elisa Sordi

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