Cos’è la borsite dell’anca?
La borsite dell’anca, anche detta borsite trocanterica, è un’infiammazione che va a colpire le borse sinoviali situate sulla zona del gran trocantere del femore, ovvero la parte più laterale e sporgente dell’osso. La borsa sinoviale è una sacca contenente del liquido e ha la funzione di proteggere la zona trocanterica, riducendone l’attrito con i tessuti e facilitando i movimenti dell’articolazione. Abbiamo numerose borse nel nostro corpo e tutte hanno lo scopo di andare ad attutire eventuali sfregamenti dell’osso con tendini e muscoli.
Quali sono le cause della borsite dell’anca?
Le borse sinoviali trocanteriche sono a stretto contatto con il femore e con i muscoli che prendono inserzione su di esso e, proprio per questa vicinanza, vanno ad assorbire tutti gli urti e gli attriti della zona. Inoltre, l’anca è senza dubbio un’articolazione in continuo movimento ed è sottoposta a svariate sollecitazioni. A causa della loro funzione, e della loro posizione anatomica, non è raro che una o più borse vadano incontro a infiammazione, aumentando il loro volume e provocando dolore.
Le cause di una borsite trocanterica possono essere svariate e dipendono molto da persona a persona. Le più frequenti sono:
- Sovraccarico o overuse
- Sesso (è più frequente nelle donne)
- Attività fisica intensa
- Predisposizione anatomica
- Contusione diretta sulla zona del trocantere
- Debolezza dei muscoli dell’anca
- Sedentarietà
- Posture scorrette
- Obesità
Quali sono i sintomi della borsite dell’anca?
I sintomi, derivati da una borsite dell’anca, sono di origine infiammatoria e per questo peggiorano durante le ore notturne o al mattino appena svegli. I più comuni sono:
- Dolore nella zona dell’anca
- Gonfiore
- Difficoltà nel movimento
- Dolore nella deambulazione
Tutti questi sintomi possono andare incontro a peggioramento anche quando si assumono posizioni prolungate che apportano stress all’articolazione dell’anca, per esempio:
- Stare con le gambe accavallate o incrociate
- Dormire o riposare sul lato colpito
- Stare tanto tempo in piedi
È molto comune che, a causa del dolore percepito, si vada incontro a svariati compensi, soprattutto nei movimenti quotidiani e nel cammino. Questo può, a sua volta, portare a dolori e fastidi riferiti all’arto controlaterale, soprattutto a livello del ginocchio, oppure a un sovraccarico della colonna lombare con conseguente dolenzia e affaticamento. Al fine di prevenire l’insorgenza di questi compensi e di ulteriori dolori, è bene contattare subito uno specialista qualora insorga la sintomatologia tipica, per indagare al meglio sulla situazione.
Quali sono gli esami diagnostici per la borsite dell’anca?
Dopo un’anamnesi e un esame obiettivo da parte di un medico specializzato, gli esami diagnostici più utili per indagare su una borsite trocanterica sono:
- Ecografia
- Risonanza magnetica
- RX (per escludere la presenza di fratture o microfratture)
In cosa consiste il trattamento per la borsite dell’anca?
Una volta accertata la presenza di un’infiammazione della borsa trocanterica, si dovrà come prima cosa agire sulla riduzione della sintomatologia dolorifica (se necessario anche attraverso l’assunzione di farmaci antinfiammatori sotto prescrizione medica). È fondamentale, quindi, iniziare un percorso di fisioterapia mirato che vada non solo ad agire sul sintomo, ma anche sul recupero funzionale dell’articolazione coinvolta.
Inizialmente, sarà possibile intervenire localmente attraverso l’utilizzo di macchinari specifici a scopo antidolorifico eeantinfiammatorio che verranno scelti in base al grado di sintomatologia riferita dal paziente. Si potranno utilizzare:
Si potrà poi agire direttamente sulla funzionalità e sulla mobilità dell’anca coinvolta attraverso:
- Terapia manuale
- Massoterapia (in presenza di tensione muscolare)
- Stretching degli arti inferiori
- Esercizi mirati alla muscolatura degli arti inferiori
- Rieducazione al cammino
- Esercizi per la stabilità dell’anca
Che tipo di esercizi vengono svolti per la borsite dell’anca?
Una volta ridotto il sintomo, è necessario andare a riequilibrare la muscolatura dell’anca attraverso il potenziamento dei muscoli principali del distretto, allo scopo di stabilizzare l’articolazione. I muscoli su cui si lavorerà maggiormente attraverso la fisioterapia sono:
- Quadricipite
- Ischiocrurali
- Glutei
Per fare questo, il paziente eseguirà alcuni esercizi indicati dal fisioterapista servendosi di attrezzi come:
- Pesetti
- Elastici
- Theraband
- Fitball
- Pedane propriocettive
- Step
Inoltre, il fisioterapista andrà a proporre degli esercizi che andranno a coinvolgere anche altri distretti corporei strettamente collegati all’anca e al bacino che, in questi casi, vanno riequilibrati di pari passo all’articolazione dell’anca, al fine di ridurre i compensi dannosi innescati dalla situazione dolorifica. Ci si focalizzerà su:
- Mobilità del distretto lombare della colonna
- Mobilità del bacino
- Rinforzo della muscolatura lombare
- Potenziamento del core
Dato che, soprattutto nelle fasi iniziali, il dolore causato dalla borsite trocanterica risulta abbastanza intenso, sarebbe ideale affiancare alla fisioterapia a secco anche delle sedute di idrokinesiterapia. La terapia in acqua, infatti, è fortemente consigliata nei casi in cui vi sia un problema di sovraccarico. L’ambiente acquatico risulta essere la soluzione ideale per eseguire gli esercizi in assenza di carico eccessivo e andare a diminuire il carico complessivo sull’articolazione.
Cosa non devo fare in caso di borsite all’anca?
Come abbiamo detto, la borsite all’anca è un’infiammazione proveniente da una serie di cause che derivano da atteggiamenti posturali scorretti e da una ripetizione di movimenti svolti in maniera errata. Di conseguenza, il paziente con una borsite trocanterica dovrà, almeno per i primi tempi evitare di:
- Stare in piedi troppo a lungo
- Accavallare le gambe
- Prendere peso
- Mantenere posizioni prolungate che apportano stress all’anca
- Camminare per troppo tempo
Sarà compito del fisioterapista andare a rieducare il paziente al corretto svolgimento dei movimenti quotidiani e sportivi, soprattutto per ridurre al minimo il rischio di recidive.
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