Il paziente che ha subito un intervento di protesi d’anca, dopo che rientra a casa, deve avere alcuni accorgimenti utili nella vita di tutti i giorni:

  • Rimuovere tappeti e zerbini per evitare il rischio di cadute accidentali
  • Evitare sedie e poltrone basse: è necessario prediligere sedie alte, stabili e poco profonde, possibilmente dotate di braccioli
  • Dormire con un cuscino posizionato tra le gambe ed evitare di sdraiarsi sul lato operato
  • In bagno utilizzare un alza-water ed evitare il bidè
  • Non guidare per il primo mese dall’intervento: quando ci si trova in auto come passeggero è opportuno tenere il sedile reclinato all’indietro per mantenere una posizione semisdraiata con due cuscini sotto la testa e le spalle
  • Salire e scendere le scale con l’aiuto delle stampelle: per salire bisogna portare in avanti per prima la gamba sana, poi quella operata e infine le stampelle; mentre per scendere i gradini bisogna appoggiare prima le stampelle, poi la gamba operata ed infine quella sana
  • Utilizzare un calza-scarpe per infilarsi calzini e calzature
  • Non aumentare di peso: il peso eccessivo infatti sovraccarica la protesi, allungando i tempi di recupero

Intervento di protesi d’anca: il percorso riabilitativo e i controlli periodici

Essenziale per recuperare a pieno la mobilità articolare è la riabilitazione, che comincia già durante la degenza e procede anche dopo la dimissione dall’ospedale. Il percorso riabilitativo, che comprende una serie di esercizi fisioterapici, è fondamentale per assicurare il successo dell’operazione di artroprotesi.

La costanza e l’impegno del paziente nel seguire la riabilitazione e le indicazioni del fisioterapista e del medico ortopedico sono elementi chiave per la sua completa guarigione e per un ritorno alla normalità e all’autonomia.

I controlli periodici, clinici e radiografici, rappresentano un altro aspetto fondamentale, in quanto determinanti per valutare la buona riuscita dell’intervento di artroprotesi d’anca e l’eventuale proroga del programma riabilitativo. Il primo controllo viene effettuato dopo un mese dall’intervento: il chirurgo ortopedico esaminerà clinicamente l’anca, valutando l’articolarità ed il tono muscolare. Viene, inoltre, eseguita una radiografia dell’articolazione, che permetterà di verificare se la protesi è posizionata e fissata correttamente.

Come un’automobile, infatti, la protesi va controllata ogni 2 anni circa da parte dell’ortopedico, per evidenziare in anticipo eventuali problemi ancora silenti e prevenire il loro peggioramento.

Il secondo controllo è svolto dopo un anno esatto dal primo e successivamente eseguiti dopo 5 anni per constatare il grado di usura della protesi d’anca.

Quali altre indicazioni sono necessarie nel post intervento di protesi d'anca?

Riguardo le indicazioni per il paziente operato di protesi d’anca, osservando le norme appena descritte, esso è in grado di minimizzare la possibilità di complicanze, quali la lussazione e l’usura precoce dell’impianto. Mantenere una buona muscolatura è altresì fondamentale per permettere alla protesi di lavorare al meglio. A tal proposito, una bella passeggiata quotidiana di 30-40 minuti è sufficiente.

È sempre necessario ricordare che mantenere le attività e gli sport graditi da parte del paziente è fondamentale per il suo benessere, ed è tra gli obiettivi della chirurgia protesica. Una buona igiene personale è fondamentale per limitare al massimo la possibilità che si verifichi un’ infezione tardiva della protesi.

Il controllo glicemico nei pazienti diabetici e il trattamento tempestivo con antibioticoterapia di eventuali infezioni in altre sedi (per esempio dentali ed urinarie) è fondamentale nei pazienti protesizzati. La protesi rappresenta infatti una vera e propria “calamita” per i batteri eventualmente presenti nel sangue, che vanno prontamente eliminati prima che possano aderire all’impianto.

Alcuni consigli generali per non sovraccaricare la protesi d’anca ed evitare complicanze post-intervento

Infine, è importante che il paziente eviti comportamenti che possono compromettere la buona riuscita dell’intervento.

L’impianto di una protesi d’anca infatti, è un’operazione molto frequente e con alti tassi di soddisfazione tra i pazienti, ma non è esente da rischi e dopo l’intervento possono verificarsi delle complicanze.

Quindi è importante che, dopo l’impianto della protesi, il paziente:

  1. Non aumenti di peso o dimagrisca troppo rapidamente se è in sovrappeso: il peso eccessivo, infatti, sovraccarica la protesi, allungando i tempi di recupero post-operatorio
  2. Segua la terapia per la prevenzione della trombosi venosa: in seguito all’intervento il paziente resta fermo per lungo tempo e l’immobilità può portare alla trombosi venosa, che a sua volta può causare una pericolosa embolia polmonare
  3. Assuma gli antibiotici, quando prescritto dal medico: se il paziente contrae un’infezione di qualsiasi tipo, anche un semplice raffreddore, i germi possono propagarsi attraverso la circolazione sanguigna fino alla protesi, e infettarla. Quindi è importante che il paziente segua la terapia antibiotica prescritta dal medico
  4. Si presenti con regolarità alle visite di controllo: è fondamentale che il paziente rispetti gli appuntamenti periodici con il chirurgo dopo l’intervento, per evitare che un sintomo trascurato possa in realtà nascondere una complicanza più grave

È possibile ritornare a praticare sport dopo l’intervento di protesi d’anca?

Dopo l’intervento di protesi d’anca possono essere eseguite le lunghe camminate, mentre la corsa risulterebbe un’attività eccessivamente logorante e traumatica per l’impianto, che potrebbe portare ad un consumo precoce delle superfici di contatto.

La bicicletta ed il nuoto sono concesse, fermo restando la necessità di sottoporre l’articolazione a traumi e movimenti estremi, comunque facilmente evitabili.

Lo sforzo e la durata dell’attività devono essere correlati al grado di allenamento, evitando sempre sforzi sovra-massimali che potrebbero portare ad un utilizzo incongruo della neo-articolazione. Tennis e sci a ritmi blandi sono altri sport concessi ad un portatore di protesi d’anca, così come il golf. Da evitare sport con salti e/o contatto fisico, come il calcio, il basket, la pallavolo. Alcune arti marziali e lo yoga sono concessi con limitazioni.

Testo di Elisa Sordi

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