Il paziente che ha subito un intervento di protesi d’anca, dopo che rientra a casa, deve avere alcuni accorgimenti utili nella vita di tutti i giorni:
Essenziale per recuperare a pieno la mobilità articolare è la riabilitazione, che comincia già durante la degenza e procede anche dopo la dimissione dall’ospedale. Il percorso riabilitativo, che comprende una serie di esercizi fisioterapici, è fondamentale per assicurare il successo dell’operazione di artroprotesi.
La costanza e l’impegno del paziente nel seguire la riabilitazione e le indicazioni del fisioterapista e del medico ortopedico sono elementi chiave per la sua completa guarigione e per un ritorno alla normalità e all’autonomia.
I controlli periodici, clinici e radiografici, rappresentano un altro aspetto fondamentale, in quanto determinanti per valutare la buona riuscita dell’intervento di artroprotesi d’anca e l’eventuale proroga del programma riabilitativo. Il primo controllo viene effettuato dopo un mese dall’intervento: il chirurgo ortopedico esaminerà clinicamente l’anca, valutando l’articolarità ed il tono muscolare. Viene, inoltre, eseguita una radiografia dell’articolazione, che permetterà di verificare se la protesi è posizionata e fissata correttamente.
Come un’automobile, infatti, la protesi va controllata ogni 2 anni circa da parte dell’ortopedico, per evidenziare in anticipo eventuali problemi ancora silenti e prevenire il loro peggioramento.
Il secondo controllo è svolto dopo un anno esatto dal primo e successivamente eseguiti dopo 5 anni per constatare il grado di usura della protesi d’anca.
Riguardo le indicazioni per il paziente operato di protesi d’anca, osservando le norme appena descritte, esso è in grado di minimizzare la possibilità di complicanze, quali la lussazione e l’usura precoce dell’impianto. Mantenere una buona muscolatura è altresì fondamentale per permettere alla protesi di lavorare al meglio. A tal proposito, una bella passeggiata quotidiana di 30-40 minuti è sufficiente.
È sempre necessario ricordare che mantenere le attività e gli sport graditi da parte del paziente è fondamentale per il suo benessere, ed è tra gli obiettivi della chirurgia protesica. Una buona igiene personale è fondamentale per limitare al massimo la possibilità che si verifichi un’ infezione tardiva della protesi.
Il controllo glicemico nei pazienti diabetici e il trattamento tempestivo con antibioticoterapia di eventuali infezioni in altre sedi (per esempio dentali ed urinarie) è fondamentale nei pazienti protesizzati. La protesi rappresenta infatti una vera e propria “calamita” per i batteri eventualmente presenti nel sangue, che vanno prontamente eliminati prima che possano aderire all’impianto.
Infine, è importante che il paziente eviti comportamenti che possono compromettere la buona riuscita dell’intervento.
L’impianto di una protesi d’anca infatti, è un’operazione molto frequente e con alti tassi di soddisfazione tra i pazienti, ma non è esente da rischi e dopo l’intervento possono verificarsi delle complicanze.
Quindi è importante che, dopo l’impianto della protesi, il paziente:
Possibile eseguire le lunghe camminate, mentre la corsa risulterebbe un’attività eccessivamente logorante e traumatica per l’impianto, che potrebbe portare ad un consumo precoce delle superfici di contatto.
La bicicletta ed il nuoto sono concesse, fermo restando la necessità di sottoporre l’articolazione a traumi e movimenti estremi, comunque facilmente evitabili.
Lo sforzo e la durata dell’attività devono essere correlati al grado di allenamento, evitando sempre sforzi sovra-massimali che potrebbero portare ad un utilizzo incongruo della neo-articolazione. Tennis e sci a ritmi blandi sono altri sport concessi ad un portatore di protesi d’anca, così come il golf. Da evitare sport con salti e/o contatto fisico, come il calcio, il basket, la pallavolo. Alcune arti marziali e lo yoga sono concessi con limitazioni.
Testo di Elisa Sordi
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