Che cos’è la rizoartrosi?

La rizoartrosi, è l’artrosi dell’articolazione trapezio-metacarpale che si trova alla base del pollice e che permette il movimento di opposizione, ovvero l’avvicinamento del primo dito alle altre dita con una presa a “pinza”, per una presa salda degli oggetti.

In fase avanzata, se associata ad altre patologie della mano, può risultare invalidante o compromettere la qualità di vita del soggetto nella vita di tutti i giorni.

Tutte le articolazioni del corpo umano mettono in relazione due o più ossa, sono mobili e sono dotate di una cartilagine articolare, che limita lo sfregamento tra le superfici e ne previene l’usura.

L’artrosi viene definita come patologia cronica, con tendenza a degenerare nel tempo, delle articolazioni mobili che porta a un progressivo assottigliamento della cartilagine articolare con conseguente infiammazione, dolore e, nei casi più gravi impotenza funzionale dell’arto interessato.

È una patologia più frequente nelle donne (la popolazione più colpita è in generale quella sopra i 60 anni) e può instaurarsi dopo interventi chirurgici non recuperati bene o particolarmente invasivi, oppure per ripetuti stress meccanici o condizioni intrinseche del soggetto.

Anatomia del carpo e della mano

Il carpo è costituito dall’insieme di 8 ossa che si trovano tra le stremità distali di radio e ulna e le estremità prossimali dei cinque metacarpi.

Le ossa che costituiscono il carpo sono:

  • lo scafoide, il semilunare, il piramidale, il pisiforme (fila prossimale)
  • il trapezio, il trapezoide, il capitato e l’uncinato (fila distale)

Le ossa della fila prossimale, in particolare lo scafoide e il semilunare, formano insieme al radio e all’ulna, l’articolazione del polso.

Le ossa della fila distale collegano invece il carpo ai metacarpi.

In particolare il trapezio, osso della fila distale, si articola con il primo metacarpo per formare l’articolazione trapezio-metacarpale e formare il “pollice” (o primo dito della mano). Questa articolazione come prima descritto può essere sede di processi artrosici in quanto è quella più utilizzata e dunque quella più sottoposta a traumi e tensioni meccaniche.

Per quanto riguarda l’apparato legamentoso, sistema formato da bande di tessuto connettivo fibroso che collega due ossa o parti dello stesso osso, i legamenti prendono rapporto con le ossa del carpo e sono:

– il carpale trasverso

– i legamenti del polso

– gli intercarpali

– i legamenti delle articolazioni carpo-metacarpali.

Il radio e l’ulna, invece, appartengono alla categoria delle ossa lunghe e sono le due ossa che costituiscono lo scheletro del braccio, segmento anatomico dell’arto superiore che inizia appena sotto il gomito e termina al livello del polso.

Oltre alle ossa prima descritte, la mano è formata dai cinque metacarpi, ossa relativamente lunghe che trovano posto tra il carpo e le falangi, quest’ultime rappresentano le vere e proprie dita della mano.

Riassumendo, ciascun metacarpo ha come riferimento un dito della mano:

  • al primo metacarpo corrisponde il pollice
  • al secondo metacarpo corrisponde l’indice
  • al terzo metacarpo corrisponde medio… e così via.

Nei metacarpi stessi si possono distinguere tre porzioni:

  • una porzione centrale, chiamata corpo
  • una porzione prossimale, chiamata base
  • una porzione distale, chiamata testa.

La base dei metacarpi rappresenta il punto di confine con le ossa carpali, mentre la testa è il punto di confine con le falangi.

Analizzando la muscolatura intrinseca della mano, possiamo vedere come questa si divide in quattro gruppi:

  • i muscoli dell’eminenza tenar (porzione situata verso il primo dito)
  • i muscoli dell’eminenza ipotenar (porzione situata verso l’ultimo dito)
  • i lombricali
  • gli interossei

Il muscolo opponente del pollice, situato nella porzione tenar della mano, è quello che più viene coinvolto nel processo di rizoartosi, perdendo la sua funzione, ovvero quella di opporre il primo dito verso le altre dita o verso la mano.

I nervi che garantiscono l’innervazione della cute e dei muscoli della mano sono:

  • l’ulnare
  • il radiale
  • il mediano

Questi nervi, provenienti dal plesso brachiale, vengono chiamati “nervi misti” in quanto posseggono fibre di natura sensitiva, per la sensibilità della cute e motoria, per il movimento dell’arto superiore (compresa la mano).

I sintomi della rizoartrosi e le altre patologie della mano

La rizoartrosi è tipicamente caratterizzata da un’infiammazione cronica, dovuta a una degenerazione della cartilagine, dell’articolazione trapezio metacarpale, alla base del primo dito. Può presentarsi anche in modo bilaterale.

I sintomi della rizoartosi sono:

  • rigidità articolare e dolore durante i movimenti della mano (è possibile avere anche dolore notturno nelle fasi acute)
  • deformità dell’eminenza tenar e del dito o delle dita della mano (nei casi più avanzati)
  • infiammazione dell’articolazione, con eventuale “sensazione di calore” intorno alla zona
  • difficoltà nei movimenti della mano, soprattutto nella presa di oggetti piccoli e nell’apertura di barattoli ecc…

Tra le altre patologie della mano ricordiamo l’artosi diffusa a tutta la mano, che spesso si accompagna all’artrosi dei piedi, le insidiose fratture dello scafoide (o delle altre ossa della mano), le tendiniti a carico del pollice (ad esempio la sindrome di De Quervain) e il “dito a scatto”.

Le cause della rizoartrosi

La rizoartrosi normalmente si presenta come effetto finale di tutta una serie di condizioni che possono alterare l’equilibrio meccanico e vascolare della mano:

  • problematiche croniche del tratto cervicale, spalla, gomito, polso
  • pregressi traumi sulla mano non curati o sottovalutati
  • interventi chirurgici
  • lavori manuali usuranti e ripetitivi
  • probabilmente anche un eccessivo uso del cellulare

Un ruolo importante nello sviluppo della patologia è ricoperto anche dalla genetica, dalla familiarità e dall’appartenenza al sesso femminile.

Diagnosi e trattamento della rizoartrosi

La rizoartrosi viene diagnosticata dal medico tramite la raccolta dell’anamnesi e della storia clinica del paziente, insieme ai segni e sintomi. Spesso viene consigliata l’esecuzione di un esame RX per valutare l’entità della patologia e vedere anche la condizione del resto della mano.

Per quanto riguarda il trattamento, è consigliabile iniziare con quello conservativo, ovvero fisioterapico e poi, qualora quest’ultimo non dovesse funzionare, valutare l’ipotesi della chirurgia.

La fisioterapia della mano consiste nel trattamento manuale, non solo della mano, ma anche del tratto cervicale e delle articolazioni che si trovano al di sopra della mano stessa, l’applicazione di terapie fisiche come il laser ad alta potenza, la magnetoterapia, il crioultrasuono e la tecar per gestire l’infiammazione della zona.

Sarà poi importante eseguire, con il terapista e a casa, degli esercizi di stretching, di mobilizzazione e di rinforzo della mano e dell’intero arto superiore, nonché recuperare il più possibile i movimenti fini della mano.

Il trattamento chirurgico si avvale solitamente dell’impianto di una protesi per sostituire completamente l’articolazione danneggiata. Dopo l’intervento sarà fondamentale fare un percorso di fisioterapia per ridurre il dolore, recuperare la mobilità, trattare la cicatrice e prevenire problematiche al resto della mano.

Testo di Alessandra Del Vecchio

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