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Traumi al ginocchio e prevenzione

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Introduzione

Gli infortuni all’articolazione del ginocchio sono piuttosto comuni, non solo in chi pratica sport, ma anche in chi conduce una vita sedentaria. I traumi al ginocchio infatti possono capitare in qualsiasi circostanza, anche durante le semplici attività della vita quotidiana, ne consegue l’importanza di mantenere un buon tono muscolare per prevenire queste spiacevoli situazioni.  

L’anatomia del ginocchio

Il ginocchio è un’articolazione complessa formata dal femore, dalla tibia, dal perone e dalla rotula. La porzione distale del femore è costituita dal condilo laterale e dal condilo mediale, rivestiti di cartilagine ialina. Queste due strutture anatomiche formano anteriormente una gola, detta troclea femorale, che accoglie la rotula durante i movimenti di flessione e di estensione del ginocchio.

La porzione prossimale della tibia viene invece denominata “piatto tibiale”. Questa è divisa in un emipiatto mediale e un emipiatto laterale, che prendono contatto con i due condili femorali per formare l’articolazione del ginocchio. A livello di questi due emipiatti tibiali, nella porzione centrale, si trovano due eminenze ossee, la spina tibiale anteriore (punto di ancoraggio del legamento crociato anteriore) e la spina tibiale posteriore.

La rotula, invece, è l’osso sesamoide più grande del corpo umano, è coperta dal tendine del muscolo quadricipite, che a livello distale si continua con il tendine rotuleo.  Le superfici laterali della rotula presentano delle faccette articolari coperte di cartilagine, necessarie per l’articolazione della stessa con il femore.

Interposti tra il piatto tibiale e i condili femorali, troviamo due strutture molto importanti per l’equilibrio meccanico del ginocchio: i menischi, uno interno e uno esterno. I menischi sono due “cuscinetti” di fibrocartilagine che hanno il compito di aumentare la congruenza tra due superfici articolari (in questo caso tibia e femore). La loro consistenza è solida ma al contempo elastica, caratteristica fondamentale per stabilizzare l’articolazione e ammortizzare le forze che vi arrivano.

Il menisco mediale ha una forma a C più aperta rispetto a quella del menisco laterale e un volume minore rispetto a quest’ultimo, che scarica circa l’80% del carico del compartimento esterno del ginocchio dal femore alla tibia. Proprio per questo motivo, l’asportazione totale o parziale del menisco esterno predispone più facilmente a sviluppare un quadro artrosico di questa articolazione. Ogni menisco può essere diviso in tre porzioni, o zone circonferenziali: la zona più periferica riceve un buon apporto di sangue, la zona centrale riceve un minor apporto di sangue, la zona più interna invece non è vascolarizzata. 

Per quanto riguarda l’apparato legamentoso del ginocchio, i principali stabilizzatori di questa articolazione sono:

  • i due legamenti crociati (anteriore e posteriore)
  • i due legamenti collaterali (mediale e laterale)
  • i legamenti capsulari

I due legamenti crociati giocano un ruolo fondamentale nella stabilità anteriore e posteriore del ginocchio, se vengono lesionati in modo completo infatti, è necessario, soprattutto se il soggetto è giovano, il ricorso all’intervento chirurgico per ricostruirli. Il legamento crociato anteriore (LCA) e il legamento crociato posteriore (LCP) si intersecano all’interno della capsula articolare del ginocchio: il primo si inserisce sulla spina tibiale anteriore e sulla superficie interna del condilo femorale laterale, mentre il secondo, il più robusto dei due, si inserisce sulla porzione posteriore del piatto tibiale e sulla porzione anteriore della superficie laterale del condilo femorale mediale.  Il legamento crociato anteriore impedisce al femore la traslazione posteriore durante il carico e alla tibia la traslazione anteriore in assenza di carico. Inoltre, stabilizza la tibia nei movimenti di eccessiva rotazione interna, frena i movimenti in varo e valgo del ginocchio e, più in generale, aumenta la stabilità dell’articolazione.  Il crociato posteriore frena la rotazione interna della tibia e il movimento di iper-estensione del ginocchio, limita traslazione anteriore del femore nel momento del carico e la traslazione posteriore della tibia in assenza di carico.

Il ginocchio è ulteriormente stabilizzato, soprattutto sul piano laterale, dai due legamenti collaterali. Il legamento collaterale mediale (LCM) si inserisce sul condilo mediale del femore e sulla parte interna della tibia, appena al di sotto dei tendini che formano la “zampa d’oca”. Si occupa di contrastare i movimenti del ginocchio in valgo e la rotazione esterna.

Il legamento collaterale laterale (LCL) garantisce la stabilità del compartimento laterale del ginocchio e delle strutture correlate. Questo legamento appare come un cordone fibroso, si inserisce sul condilo laterale del femore e sulla testa del perone a livello distale. Si mette in tensione durante l’estensione del ginocchio e si detende durante la flessione. 

Esistono anche altre strutture che stabilizzano il ginocchio lateralmente, queste sono:

  • la bandelletta ileotibiale, ovvero la continuazione del muscolo tensore della fascia lata, che si inserisce sull’osso iliaco e partecipa nel contenere la muscolatura laterale della coscia. Si mette in tensione sia durante la flessione che durante l’estensione del ginocchio.
  • il muscolo popliteo, stabilizza il ginocchio durante il movimento di flessione e, con la sua contrazione, protegge il menisco laterale trazionandolo posteriormente
  • il bicipite femorale, contribuisce a stabilizzare il ginocchio nei movimenti di lateralità, si inserisce sulla testa del perone e si fonde con la bendelletta ileotibiale e con la capsula articolare.

La capsula articolare del ginocchio è la più grande del corpo umano e avvolge le strutture articolari del ginocchio stesso, arriva fino a sotto la rotula e contiene il cosiddetto “corpo di Hoffa”, un cuscinetto adiposo localizzato tra il tendine rotuleo e la tibia. Nella porzione posteriore del ginocchio, la capsula riveste il piatto tibiale e i condili femorali, mentre nella parte più mediale, si ispessisce per formare il legamento arcuato e il legamento obliquo posteriore.

L’angolo postero-laterale della capsula articolare viene rinforzato dalla già citata bandelletta ileotibiale, dal muscolo popliteo, dal bicipite femorale, dal legamento collaterale laterale e dal legamento arcuato. L’angolo postero-mediale invece viene rinforzato dai muscoli che nel loro complesso formano la struttura chiamata “zampa d’oca” (muscolo gracile, sartorio e semitendinoso), dal muscolo semimembranoso dal legamento collaterale mediale e la parte posteriore del legamento obliquo. L’angolo antero-laterale è rinforzato dalla bandelleta ileotibiale, dal tendine rotuleo e dal retinacolo laterale. L’angolo antero-mediale invece è stabilizzato dal legamento collaterale mediale e dal retinacolo mediale.

La capsula articolare, nella sua parete interna, è rivestita dalla membrana sinoviale, ad eccezione della porzione posteriore dove passa anteriormente ai legamenti crociati. Questi ultimi infatti sono strutture extrasinoviali.  

I muscoli che entrano in gioco per garantire la stabilità e il corretto movimento del ginocchio sono:

  • Per il movimento di flessione del ginocchio, il bicipite femorale, i muscoli della zampa d’oca (semitendinoso, gracile e sartorio), il gastrocnemio e il popliteo
  • Per il movimento di estensione del ginocchio, il quadricipite femorale (costituito da vasto mediale, laterale e intermedio) e il muscolo retto del femore
  • Per il movimento di rotazione esterna (della tibia), il bicipite femorale
  • Per il movimento di rotazione interna, il muscolo semimembranoso, semitendinoso, sartorio, gracile e popliteo. Questo movimento è possibile solo quando il ginocchio è in flessione.

Come accennato in precedenza, la stabilizzazione laterale del ginocchio in dinamica è affidata alla bandelleta ileotibiale.

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Quali sono i traumi che possono interessare il ginocchio?

Gli infortuni che possono coinvolgere l’articolazione del ginocchio sono molteplici, il più delle volte sono legati alla pratica di attività sportive o incidenti stradali, ma possono capitare anche nella quotidianità (incidenti domestici). Tra questi ricordiamo:

  • Fratture, del piatto tibiale, dei condili femorali o della rotula
  • Lesioni legamentose, che possono interessare i legamenti prima citati (LCA, LCP, LCM e LCL)
  • Lesioni meniscali, del menisco interno o esterno, alcune avvengono anche spontaneamente per usura di queste strutture nel tempo
  • Lesioni muscolari e tendinee, più frequentemente del tendine rotuleo, del muscolo bicipite femorale e del retto femorale.

I traumi al ginocchio in assoluto più frequenti sono quelli a carico del legamento crociato anteriore (LCA), dove un improvviso cambio di direzione, come avviene nel basket o nel calcio, o una caduta dall’alto, può mettere in tensione e lesionare parzialmente o totalmente questo legamento. Purtroppo, la lesione di questa struttura è associata spesso a danni a carico del menisco, della cartilagine o degli altri legamenti, solitamente il collaterale interno.

Le fratture del ginocchio sono il più delle volte causate da un trauma diretto sull’articolazione, avvengono principalmente durante attività sportive ad alto impatto o a causa di incidenti stradali.

Tuttavia, anche quadri di fragilità ossea (osteoporosi), più frequenti nelle donne che negli uomini, possono predisporre a fratture del ginocchio anche in situazioni “normali” o per cadute banali.

Le lesioni meniscali, da sole, si presentano nei movimenti torsionali del ginocchio quando il piede è bloccato a terra e l’articolazione è flessa.

Tra le tendinopatie, quella più frequente è quella rotulea, caratterizzata dall’infiammazione del tendine rotuleo che passa sopra la rotula e aiuta il ginocchio a estendersi e a scaricare la forza proveniente dal quadricipite. Quando l’articolazione va in sovraccarico o le forze meccaniche sono mal distribuite, questo tendine può andare incontro a infiammazione, anche cronica, o nei casi più gravi subire delle vere e proprie lesioni.

Da ultimo, la cartilagine articolare, ovvero lo strato che riveste le due superfici ossee che formano il ginocchio (il femore e la tibia) può subire dei danni per traumi diretti o andare incontro anch’essa ad usura e predisporre a quadri di artrosi del ginocchio.

Come si possono prevenire i traumi al ginocchio?

Come si è visto, i traumi che possono coinvolgere il ginocchio sono molteplici e possono avvenire anche in situazioni quotidiane, risulta dunque fondamentale farsi trovare pronti e limitare il più possibile i danni a carico di questa articolazione così importante.

Come prima cosa, qualsiasi sia l’età del soggetto, è importante svolgere dell’attività fisica regolare, meglio se seguita da un personal trainer, che saprà indicare gli esercizi migliori per rinforzare non solo l’arto inferiore, ma l’intera struttura del corpo e insegnare i movimenti coretti da eseguire senza correre il rischio di farsi male, soprattutto se si hanno delle sintomatologie pregresse.

Mantenere un’adeguata funzionalità ed elasticità muscolare permette infatti di “proteggere” l’articolazione dall’usura che, fisiologicamente, avviene con il passare del tempo e dagli incidenti sportivi.

Se invece si ha dolore al ginocchio o si è avuto un trauma recente, è importante consultare il medico specialista per escludere fratture o lesioni importanti, dopo di che è necessario intraprendere un percorso di fisioterapia volto a recuperare la funzionalità dell’articolazione stessa e gestire la sintomatologia dolorosa. In queste situazioni, si può ricorrere anche all’idrokinesiterapia, per velocizzare il recupero muscolare senza sovraccarico e dolore. Le terapie fisiche, quali il laser, la tecar o il crioultrasuono, aiutano a velocizzare i processi di guarigione dei tessuti e a controllarne l’infiammazione. Solo in un secondo momento si potrà fare un mantenimento seguito dalla figura del personal trainer per recuperare al massimo la forza muscolare e la sicurezza nel movimento.

Testo di Alessandra Del Vecchio

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