La frattura dello scafoide è una lesione abbastanza frequente che colpisce con maggior frequenza i giovani adulti, maschi, con età media di circa 30 anni, per via del suo meccanismo causativo. Si presenta, infatti, in seguito a traumi diretti sul polso e sulla mano, quindi anche durante attività sportive di contatto o che prevedono salti e acrobazie come la ginnastica artistica e lo snowboard. Sono anche abbastanza comuni come conseguenza di incidenti stradali ad alta velocità. Il meccanismo di lesione è dato da un’estensione con associata deviazione laterale del polso. Nella maggior parte dei casi avviene dopo una caduta a braccio teso in cui il soggetto poggia con forza la mano a terra con il polso in iper-estensione (anche detta dorsi flessione). In questa tipologia di frattura, è necessario agire il prima possibile per evitare complicazioni e conseguenze significative sulla funzionalità della mano nel lungo termine.
Le fratture dello scafoide sono divise principalmente in tre tipologie a seconda della zona colpita. Esse sono come fratture del Terzo:
Possiamo comprendere meglio le fratture dello scafoide attraverso l’analisi della anatomia del polso e della mano.
La mano è formata in tutto da 27 ossa. Lo scafoide è una delle 8 ossa che compongono la prima fila delle ossa carpali. Esse sono chiamate:
Con esse si articolano le cinque ossa metacarpali e infine le falangi (14) che compongono lo scheletro delle dita della mano.
Lo scafoide è una delle ossa più importanti della mano, dato che prende contatto e si articola direttamente con il radio, formando l’articolazione radio-carpica e permettendo tutti i movimenti del polso.
I legamenti che tengono insieme le ossa della mano sono:
La frattura dello scafoide ha origine dopo un trauma diretto e violento a livello della mano, in cui tutta la forza dell’urto viene assorbita dallo scafoide stesso. Le cause più frequenti sono:
I sintomi che è possibile riscontrare in caso di frattura dello scafoide sono:
Nel caso sia avvenuta una caduta o si sia subito un trauma a livello della mano e si presentino simili tipicamente associati ad una frattura, è necessario effettuare il prima possibile degli accertamenti attraverso gli esami diagnostici specifici. Sarà necessario effettuare:
Il trattamento della frattura dello scafoide dipende principalmente dalla sua gravità. Nella maggior parte dei casi risulta essere conservativo attraverso l’immobilizzazione con tutore o gesso.
Le indicazioni per il trattamento chirurgico sono:
Come già accennato prima, nei casi di frattura dello scafoide, l’intervento tempestivo è fondamentale dal momento che, se mal curata, questa frattura porta ad artrosi post – traumatica, causando quindi una degenerazione precoce dell’articolazione del primo dito.
Solitamente, a una frattura dello scafoide segue un periodo di immobilizzazione e successivamente si prosegue con il percorso di riabilitazione. Nel caso in cui il paziente lamenti molto dolore e gonfiore, nei primi tempi è possibile avvalersi dell’utilizzo di macchinari antidolorifici e antinfiammatori che possono aiutare questa sintomatologia, come:
Gli obiettivi della riabilitazione dopo una frattura di scafoide sono:
Nel caso si decida di procedere attraverso l’intervento chirurgico, il profilo osseo verrà rispristinato attraverso l’inserimento di mezzi di sintesi metallici che permetteranno la corretta guarigione dello scafoide. In seguito all’intervento, è comunque necessario immobilizzare la mano per alcuni giorni e, appena possibile, si dovrà iniziare con il percorso di fisioterapia post operatorio. Gli obiettivi della riabilitazione sono gli stessi di un trattamento conservativo, solo che le tempistiche risultano essere più lunghe.
Gli esercizi che si svolgeranno al fine di raggiungere questi obiettivi sono:
È altresì fondamentale accertarsi che la guarigione dell’osso sia avvenuta correttamente prima di ricominciare a svolgere attività sportive a rischio.
Testo di Alessandra Burelli
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